Cronache

L'omissione di soccorso non sarà più un reato

È tra i 112 delitti depenalizzati dal governo: sarà il giudice a valutare caso per caso se arrestare o meno il colpevole

L'omissione di soccorso non sarà più un reato

Liberi di trasgredire. Liberi per esempio e clamorosamente di travolgere qualcuno con l'auto e di non fermarsi a soccorrerlo o di ignorare, passando oltre, quando vediamo qualcuno che sta male o è in serio pericolo. L'omissione di soccorso, dunque.

Un reato da far rabbrividire ma che, dal legislatore è stato evidentemente guardato con occhi più indulgenti. Occhi più indulgenti che guarderanno, d'ora in poi, anche altri, troppi reati. Ben 112. Centododici colpi di spugna per cancellare sì, magari l'occasionale vergogna di un piccolo e magari altrettanto occasionale reato. Ma per cancellare anche, purtroppo con la medesima scellerata disinvoltura, reati, che nelle cronache quotidiane di quest'Italia dalle mille contraddizioni, innescano polemiche, fanno rabbrividire e spargono tristezza e inquietudine.

E, spesso, anche rabbia. Fatto sta che questo accadrà con l'applicazione del decreto legislativo di attuazione della Legge delega 67/2014, varato dal Consiglio dei Ministri pochi giorni orsono. Un provvedimento che, se applicato alla lettera nelle aule giudiziarie, non aprirà più le porte del carcere ad un buon numero di persone. E porterà a un aumento dei criminali a piede libero.

Ma vediamo dunque, alcuni dei reati che praticamente non conteranno più nulla o quasi per il legislatore. Si va dall'abbandono di persone minori o incapaci, all'esercizio abusivo di una professione, all'arbitraria invasione e occupazione di aziende agricole o industriali. Della serie: occupate, occupate pure qualche cosa o qualcuno resterà dentro (ma fuori dal carcere). Ma le porte del carcere resteranno chiuse anche per chi si impegnerà per fare, pensate un po', attentati a impianti di pubblica utilità come alla sicurezza dei trasporti. Oppure, reato non meno odioso, a chi si avventurerà sulla strada di atti persecutori (stalking) o di commercio o somministrazione di medicinali guasti. O ancora, non c'è davvero limite alla sfrontatezza del legislatore, alla fabbricazione o alla detenzione di materie esplodenti. Dopodiché via libera, almeno senza paura di finire in cella anche per chi commetterà incesto, occulterà cadaveri o verrà trovato in possesso o sorpreso a fabbricare documenti di identificazione falsi. Depenalizzazione anche per sottrazione e trattenimento di minori all'estero, vilipendio delle tombe. Naturalmente, se l'elenco è assai ampio, lo è altrettanto la discrezionalità dell'autorità giudiziaria che, tenuto conto della genericità delle condizioni, avrà il diritto o meglio il dovere, soprattutto utilizzando la categoria della gravità o meno dell'offesa per escludere dalla nuova causa di archiviazione fatti che presentano un tasso di pericolosità piuttosto alto. Scontato che l'accertamento del fatto e la responsabilità di chi lo commette, quando chiuderà la strada al procedimento penale applicando la nuova misura, lascerà però aperta la via, in sede civile, del risarcimento del danno. Tornando all'omissione di soccorso, giusto per dare un'idea della rilevanza e della diffusione del reato corre l'obbligo di sottolineare che nei primi sei mesi del 2014 le omissioni di soccorso importanti sono state 464, e le vittime dei pirati della strada sono state 58, il 35 per cento in più (tra il gennaio e il giugno del 2013 furono 43). A lanciare l'allarme è lo speciale Osservatorio Il Centauro-Asaps, che parla di un fenomeno numericamente costante ma «più violento»: a metà settembre il numero dei decessi aveva già superato quota 80. Delle 58 vittime dei primi sei mesi di quest'anno 23 erano pedoni e 10 ciclisti. In 62 casi, 13,4 per cento, vittime dei pirati sono stati bambini, con due morti. In 68 episodi, 14,7 per cento, gli anziani.

Tornano a crescere i pirati ubriachi o drogati che sfiorano il 22 per cento di quelli individuati, il 19,5 per cento è stato arrestato. Ma d'ora in poi?

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