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Londra, centomila in piazza contro l'austerity della May

Corbyn al corteo: "Lavoratori sempre più poveri"

Londra, centomila in piazza contro l'austerity della May

Londra - L'appello a partecipare si è diffuso in rete e alla fine si sono ritrovati in migliaia a Londra per protestare contro il governo di Theresa May. Secondo gli organizzatori, un gruppo chiamato The People's Assembly, erano addirittura centomila, secondo le stime ufficiali parecchi di meno, ma certo è che moltissime persone hanno raccolto l'invito a scendere in piazza per chiedere «No one day more», «non un giorno in più» di questo governo conservatore che punta ad una nuova stagione di austerity e ad altri tagli nei già maltrattati servizi pubblici britannici. La protesta è partita da Portland House, proprio di fronte alla sede della Bbc, per proseguire verso Parliament Square dove hanno preso la parola diversi relatori, primo fra tutti il leader laburista Jeremy Corbyn strenuo oppositore della May che si è già detto pronto a sostituirla come primo ministro nel giro di sei mesi. Chiamato sul palco a suon di canti da centinaia di fan, Corbyn ha criticato duramente le ultime azioni del governo, in particolare quella della scorsa settimana relativa al tetto percentuale nell'aumento dei salari nel settore pubblico. In un primo momento i Conservatori avevano detto che il limite sarebbe stato cancellato ma qualche giorno dopo il governo ha votato contro un emendamento laburista al discorso della Regina che andava proprio in questa direzione. «Voglio dire a tutti i lavoratori - ha detto Corbyn - non fatevi illusioni su questa gente, una volta che il loro programma di austerity è iniziato lo porteranno avanti. E quindi si allargherà il divario trai ricchi e i poveri nella nostra società, sarà sempre maggiore l'impoverimento degli ultimi, le amministrazioni locali avranno sempre meno fondi per la salute, l'istruzione e tutte le altre cose che servono in una società civile».

Il leader del Labour ha anche sottolineato l'ipocrisia dei parlamentari conservatori che lodano l'operato dei servizi d'emergenza che si confrontano con gli attacchi terroristici.

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