Politica estera

Londra, il piano dei Laburisti in ascesa. "Via gli aristocratici dal Parlamento inglese"

Il leader dell'opposizione Starmer, in testa nei sondaggi sul voto di fine anno, punta ad abolire i 92 pari ereditari subito e l'intera Camera alta in un secondo mandato

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Stavolta potrebbe succedere davvero. Dopo anni di annunci, dopo l'ultima riforma datata 1999, gli attuali 92 seggi ereditari nela Camera alta del Parlamento britannico potrebbero sparire tra qualche mese e così tutta la House of Lords, anche se per questa seconda opzione ci vorranno almeno cinque anni. Un pezzo di storia e di privilegi saranno cancellati via dal prossimo governo, che secondo John Curtice, professore di Politica all'Università di Strathclyde, analista della Bbc e uno dei più noti esperti elettorali inglesi, al 99% sarà guidato dal Partito Laburista, oggi all'opposizione.

L'indiscrezione arriva dall'interno del Labour, dopo che il suo leader Keir Starmer ha definito «anti-democratica» e «indifendibile» la Camera dei Lord. E se è vero che nulla può essere dato per certo in un'elezione - prevista nella seconda metà di quest'anno nel Regno Unito - i sondaggi confermano che entro qualche mese il dominio del Partito Conservatore, al potere dal 2010 e oggi guidato da Rishi Sunak, finirà presto. Con questa prospettiva, il leader dei Laburisti sarebbe pronto a rivoluzionare il Parlamento attraverso una mossa in due fasi. La prima: abolire i seggi ereditari di cui è composta la Camera dei Lord. La seconda, che andrebbe oltre la prima legislatura: sopprimere del tutto la House of Lords.

Oggi composta da quasi 800 membri, tra cui vescovi (25), pari a vita (670), di cui autorevoli esponenti della società, nominati dal primo ministro di turno per essersi distinti negli affari, la scienza e la cultura, 92 pari ereditari (aristocratici che trasmettono il titolo) e 183 crossbencher (indipendenti o membri secondari di varie legislature), la Camera alta del Parlamento britannico è la seconda più numerosa al mondo dopo l'Assemblea nazionale del Popolo in Cina. L'ultimo a riformarla fu Tony Blair 25 anni fa, che la dimezzò portandola da 1.330 membri a 669. Nel tempo si sono susseguiti vari annunci, a destra e a sinistra, mai sfociati nell'abolizione. Ora Starmer pensa di provarci. Cominciando a tagliare «velocemente» quei 92 pari ereditari nei primi anni del suo probabile governo, per arrivare - se otterrà un secondo mandato - alla soppressione. Gli «ereditari», a differenza degli altri lord a vita, non sono soggetti a controlli immobiliari, una differenza che qualcuno ritiene «ingiustificabile». Unica concessione: i lord potranno accedere con i loro pass a Westminster, sede del Parlamento soprannominata «il migliore club di Londra» per i suoi interni in stile gotico, bar, ristoranti di lusso e terrazze con vista sul Tamigi. «È cruciale mettere fine all'anacronismo dei pari ereditari che godono di un ruolo di legislatori del regno in forza del loro diritto di nascita aristocratico», ha spiegato un senior del Labour al Financial Times.

Dietro alla decisione di Starmer, che aveva pensato all'abolizione immediata ma preferisce muoversi con gradualità, ci sarebbero ragioni di natura economica e politica. I Lord non sono stipendiati, ma hanno un'indennità giornaliera di 342 sterline (400 euro) e solo 4 su 92 appartengono al Labour, contro i 47 Conservatori (gli altri libdem e indipendenti), una sproporzione legata alla regola che a nominarli sia il premier e alla circostanza che da 14 anni il potere è in mano al centrodestra.

La prospettiva potrebbe essere la nascita di una seconda Camera su base territoriale.

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