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L'Onu mette paura all'Europa: "Entro l'anno l'Isis vi colpirà"

Dossier rivela: il Califfato è finito ma 30mila foreign fighters sono liberi. E un centinaio nascosto in Italia

L'Onu mette paura all'Europa: "Entro l'anno l'Isis vi colpirà"

Lo Stato islamico potrebbe tornare a colpire, in Europa, entro la fine dell'anno. L'allarme arriva dal rapporto dell'Onu sul terrorismo jihadista per il Consiglio di sicurezza. Forse non è un caso che nelle stesse ore i tagliagole delle bandiere nere hanno reso pubblico il video dell'ultima decapitazione di un prigioniero in Afghanistan. La vittima si chiamava Fadi Ahmad ed era inginocchiata con la classica tuta arancione stile Guantanamo davanti ad una fila di terroristi armati e in mimetica con il volto coperto. La decapitazione è stata fatta girare via Telegram dimostrando l'importanza del «Califfato virtuale» legato alla propaganda e proselitismo citato nel rapporto dell'Onu.

«L'attuale diminuzione - degli attacchi terroristici nel mondo - potrebbe non durare a lungo, forse neanche fino alla fine dell'anno» si legge nella relazione del 15 luglio pubblicata ieri dal quotidiano inglese The Guardian. Gli esperti dell'Onu spiegano che nonostante la sconfitta e perdita del territorio in Siria e Iraq, si temono nuovi attacchi «ispirati dall'Is (Stato islamico, nda), possibilmente in luoghi inattesi». E la minaccia in Europa «resta alta».

Almeno 30mila combattenti che si erano uniti al Califfato sono ancora vivi. Dall'Europa sono partiti fra i 6mila e 8mila volontari della guerra santa. Si calcola che il 30-40% sia stato ucciso e il 10-15% è stato catturato. Secondo il rapporto Onu «fra il 30 e 40% è tornato in Europa».

L'ultima relazione semestrale dei servizi segreti al Parlamento ribadisce che la minaccia jihadista «non ha in realtà mai conosciuto flessioni». I combattenti tornati nel Vecchio continente, che sono stati monitorati, risultano 1700 compresi 400 nei Balcani. La pericolosità, secondo la nostra intelligence, «risiede nel profilo stesso dei reduci, potenziali veicoli di propaganda e proselitismo, nonchè portatori di esperienza bellica e di know-how nell'uso di armi ed esplosivi».

I volontari della guerra santa legati al nostro Paese non arrivano a 150. Una cinquantina è morta sul campo, ma di recente è stato prelevato dal nord est della Siria e portato a Brescia, Samir Bougana, il primo terrorista italiano dell'Isis fatto prigioniero dai curdi, che sarebbe pronto a collaborare.

I servizi segreti hanno confermato le «numerose allerte su pianificazioni terroristiche da realizzare in Occidente o contro obiettivi occidentali ad opera di singoli, micro-nuclei o cellule strutturate, delle quali è stato più volte segnalato l'approntamento in modalità dormiente anche in ambito europeo».

L'Onu sottolinea che i resti dello Stato islamico hanno ancora a disposizione un tesoretto che va da 50 a 300 milioni di dollari. «Quando avrà il tempo e lo spazio per reinvestire in capacità operative esterne - evidenzia il rapporto - l'Is ordinerà e faciliterà attacchi internazionali».

Un altro campanello di allarme è la radicalizzazione nelle carceri europee dei terroristi catturati. «I programmi di deradicalizzazione non si sono dimostrati pienamente efficaci - si legge nel rapporto Onu - I combattenti più duri condannati a pene più lunghe restano ancora pericolosi e continuano a porre una minaccia sia all'interno che all'esterno del sistema penale».

Però il vero allarme è che si sta avvicinando il rilascio della prima ondata di jihadisti arrestati dopo il rientro in Europa dal Califfato. E sul terreno si teme che i seguaci delle bandiere nere ancora in circolazione «potrebbero unirsi ad al Qaeda o potrebbero emergere altri brand internazionali» del terrore. L'uccisione di Hamza, il figlio di Osama bin Laden, erede designato è un duro colpo. Anche il successore ufficiale, Ayman al Zawahiri, sarebbe troppo anziano ed in cattive condizioni di salute per gestire la rete del terrore.

In un recente studio dell'Icsa, fondazione che in Italia si occupa di intelligence, difesa e sicurezza viene prefigurata una «nuova alleanza fra le metastasi jihadiste» di Al Qaida e Stato islamico.

Il collante è ideologico e punta ad un solo obiettivo: «La ricostituzione del Califfato».

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