Politica

La Lorenzin si lega al Pd per guidare la Regione Lazio

Ma il suo disegno è tutto in salita: non ha voti e davanti a sé c'è l'uscente Zingaretti

La Lorenzin si lega al Pd per guidare la Regione Lazio

Roma - Dietro l'ombra lunga di Angelino Alfano, ridotta via via dalle defezioni che Alternativa popolare sta collezionando e che ora, dopo l'alleanza definitiva con il Pd in Sicilia non può che assottigliarsi ulteriormente, spunta quella dell'altro capo corrente: il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Stessa linea strategica al fianco del Pd ma con un bacino di voti ancora più esiguo. La Lorenzin nell'area supporter non se la passa benissimo. Tuttavia le sue mire politiche vanno oltre una poltrona in Parlamento che certo all'occorrenza non disdegnerà, lei agogna un ruolo di primo piano: la candidatura a presidente della Regione Lazio per il 2018. Strada tortuosa e impervia se non perché già occupata dall'uscente Nicola Zingaretti. Sarà difficile dimostrare di avere voti sufficienti a centrare l'obiettivo. La carrierista Lorenzin se da ministra qualche successo l'ha incassato con i nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) e poi con il nuovo decreto vaccini, come leader sta collezionando un fallimento dopo l'altro. Nel 2014, candidata alle Europee con il Ncd, raccoglie solo 33mila preferenze e non viene eletta. Altra débâcle palese nel 2016: porta a casa con Roma popolare, solo l'1,29% dei consensi. Pari a 15.453 voti sull'intero territorio capitolino. Vale a dire che ha perso l'intero zoccolo duro che vantava quando, nel 2005, guidava il coordinamento regionale di Forza Italia nel Lazio e prim'ancora, quando era a capo di Fi giovani.

Già, in questi 12 anni Bea, come la chiamano tutti al ministero, di sostenitori che si mettono a disposizione per racimolare consensi elettorali ne ha sempre di meno. Eppure lei sembra intenzionata a mantenere la rotta sul Pd e centrare almeno un obiettivo. Il primo è già sfumato: fino a qualche mese fa voleva sponsorizzare un proprio candidato al consiglio dell'Ordine dei medici di Roma. Purtroppo però il professionista, l'ex senatore Stefano De Lillo, sta percorrendo la strada di ritorno in Forza Italia. Così anche il fratello Fabio, consigliere regionale nel Lazio, sta per ufficializzare il rientro tra gli azzurri già all'appuntamento di Fiuggi di questo fine settimana. Nella compagine degli eletti, con questo fuggi fuggi generale, le rimane solo il fratello Lorenzo che da giugno è sindaco a Cappadocia, un paese di 600 anime nella Marsica.

Fuori dal palazzo un manipolo di seguaci: il gruppo di Ostia, suo quartiere natio, capeggiato dal fido consigliere politico Alessio Nardini e Lucio D'Ubaldo, ex senatore Pd. D'Ubaldo è per Lorenzin il punto di aggancio con il centrosinistra popolare. Utile a novembre quando avrà il suo piccolo banco di prova elettorale: le elezioni nel Municipio X di Ostia. Qui Lorenzin presenterà una lista civica. Al contempo però già nei prossimi giorni la ministra si sta organizzando per stringere nuove alleanze piddine. Il 15 sarà a Limatola di Benevento con Alfano al meeting di Ap al quale parteciperà pure il governatore Vincenzo De Luca.

Occasione che le servirà per riconciliarsi con lui in pubblico dopo avergli negato e poi concesso il ruolo di commissario alla sanità campana.

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