Politica

Lotta col bandito, agente cade nel dirupo

Il poliziotto è morto dopo un volo di nove metri. Lascia una bambina di 10 mesi

Flavia Mazza Catena

Tre anni fa era stato premiato con la lode per una brillante operazione di polizia giudiziaria. L'altro ieri la morte, a soli 29 anni. A perdere la vita in servizio Francesco Pischedda, precipitato in una scarpata mentre cercava di bloccare uno di tre malviventi in fuga su un furgone rubato.

Sono appena passate le 20 di giovedì sera. Pischedda è di pattuglia con altri due colleghi della Stradale di Bellano, lungo la statale 36, quando la pattuglia incrocia un Fiat Fiorino, segnalato come rubato. A bordo ci sono tre uomini che quando si accorgono di essere inseguiti iniziano a pigiare sull'acceleratore per poi andarsi a schiantare all'altezza di Piona sbattendo in testacoda contro il guardrail. L'inseguimento su strada è terminato. Inizia quello a piedi. Nel buio. Pischedda riesce a fermare uno dei tre che verrà poi identificato come un giovane di 25 anni di origine moldava. Ma l'uomo non ne vuole sapere di arrendersi. Uno strattone, poi un altro e sia l'agente sia il moldavo finiscono nella scarpata a lato carreggiata. Un volo di nove metri. Quando sul posto, allertati al volo dai colleghi, arrivano i sanitari del 118 si trovano di fronte a una scena agghiacciante. L'agente è in fin di vita, con chiari sintomi di una grave emorragia interna. Per lui seguono prima il trasporto all'ospedale di Gravedona e poi a Lecco. Ma nulla servirà a salvargli la vita. Originario della Sardegna, da poco più di cinque anni era entrato in servizio alla Stradale di Bellano facendosi conoscere subito come persona che amava il suo lavoro e che non si risparmiava di fronte a nulla. L'agente era sposato e da dieci mesi era diventato padre di una bambina. Il moldavo da lui fermato è in Rianimazione a Lecco.

E ieri è stato un giorno di lutto per tutta la polizia di Stato e il sindaco di Colico, con la prima ordinanza siglata per il 2017, ha proclamato il lutto cittadino per la tragica scomparsa dell'agente che tanto, del suo lavoro, aveva imparato in famiglia. Il padre, infatti, Giovanni Maria Pischedda, tra gli anni '80 e '90 aveva lavorato nella Mobile della questura di Imperia, All'epoca il questore era Giuseppe Minerva e in servizio c'era anche Franco Gabrielli attuale capo della polizia. La questore di Lecco subito dopo i fatti ha espresso il suo «grande dolore» per quanto accaduto. Cordoglio per la morte dell'agente e vicinanza alla famiglia sono stati espressi nella giornata di ieri, invece, dal ministro dell'Interno Marco Minniti e dallo stesso Gabrielli, che ha spiegato di considerare quanto è accaduto a Lecco «l'ennesimo estremo sacrificio degli uomini e delle donne della polizia di Stato versato per garantire la sicurezza e il vivere civile dei nostri concittadini». Immediatamente, poi, la procura di Lecco ha aperto un'inchiesta sui fatti.

Rimane, come epitataffio e quasi a presagio, la frase che aveva riportato Pischedda sulla sua pagina Facebook pochi giorni fa:«La coscienza pulita non evita ma affronta».

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