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La lotta disperata di Chiara contro l'ondata della morte

Il suo corpo ritrovato in un torrente, il compagno si è salvato aggrappandosi ai tronchi. Danni anche al Sud

La lotta disperata di Chiara  contro l'ondata della morte

Come il marito, ha lottato contro la furia dell'ondata di acqua e fango che all'alba di domenica ha sconvolto Livorno. Ma mentre il suo compagno Filippo Meschini è stato tratto in salvo dai vigili del fuoco dopo una lunga attesa aggrappato ad alcuni tronchi, per lei Martina Bechini, 34 anni, livornese non c'è stato nulla da fare. Il corpo senza vita della donna è stato ritrovato ieri pomeriggio dai carabinieri in zona Tre Ponti, lungo il Rio Ardenza, uno dei torrenti esondati sabato notte: il fiume di acqua melmosa aveva travolto la sua casa sulle colline in via Garzelli, portando con sé Martina e depositandone il corpo a circa due chilometri di distanza, in un giardino privato ad Antignano. Sale così a 8 il conto dei morti accertati per il nubifragio, considerando nell'elenco anche il 22enne Matteo Nigiotti, rimasto vittima di uno scontro frontale sulla via Emilia proprio durante il temporale. Ma il lavoro dei soccorritori non è finito: resta ancora da trovare Gianfranco Tampucci, 67 anni, che viveva in un terratetto devastato dall'acqua. Le ricerche hanno visto impegnati gli uomini dei vigili del fuoco, delle Misericordie e dei volontari anche in mare, soprattutto lungo il litorale a sud di Livorno.

Nella città labronica si continua a pompare via l'acqua dalle case e dalle strade, a scavare tra le macerie delle abitazioni, svuotare scantinati, tentare di tornare lentamente alla normalità. Oltre 90 mezzi dei vigili del fuoco hanno lavorato senza sosta, insieme a 130 volontari della protezione civile di Emilia Romagna e Liguria. Intanto la procura di Livorno ha aperto un'inchiesta per disastro colposo: nell'esondazione seguita al nubifragio hanno perso la vita sette persone, tra cui l'intera famiglia Ramacciotti (il papà Simone, la mamma Glenda, il piccolo Tommaso e il nonno Roberto). Se nelle strade di Livorno si scava, anche le aziende del territorio subiscono i danni del maltempo: la raffineria Eni è stata chiusa, dopo essere stata interessata da un allagamento. E mentre non si smorzano le polemiche sull'allerta meteo, il sindaco grillino Filippo Nogarin ha proclamato il lutto cittadino: «Un modo ha spiegato il primo cittadino - per concretizzare e rendere visibile il dolore e la vicinanza della città a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia, in primis ai familiari delle vittime. Semplici gesti simbolici che vanno ad aggiungersi alla grande e fattiva catena di solidarietà che, fin dalle prime ore d'emergenza, si è creata in tutta la città nei confronti di chi è stato coinvolto nella drammatica alluvione. Ribadisco ancora una volta che la generosità e la risposta dei livornesi è stata fondamentale in queste ore». A Livorno ieri è arrivato anche il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti che ha partecipato al vertice in prefettura con il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. È emersa la proposta di istituire «un centro meteo nazionale con delle linee guida nazionali», ha detto il ministro.

Il maltempo, intanto, si sposta verso Sud, creando problemi dalla Sicilia alla Campania. A Palermo, ad esempio, ieri sono stati 80 gli interventi dei vigili del fuoco a causa di un nubifragio accompagnato da una grandinata che rischia di mettere in ginocchio l'agricoltura locale. Allagamenti e disagi anche nei paesi della fascia orientale del capoluogo, da Altavilla Milicia a Cefalù. Forti venti con raffiche da burrasca, precipitazioni e temporali, lampi e tuoni tutta la notte nelle Eolie, con scuole chiuse e collegamenti marittimi sospesi.

Un acquazzone e violente raffiche di vento anche su Catania, dove sono caduti diversi alberi e si sono allagate molte strade. Ha piovuto per ore anche nel napoletano, dove scantinati, box e piani bassi delle case sono stati invasi dall'acqua soprattutto a Torre Annunziata e nella zona di Giuliano. Scuole chiuse a Torre del Greco e collegamenti con le isole compromessi. Dopo un'estate funestata dagli incendi, intorno al Vesuvio ma anche in Irpinia e nel salernitano - i sindaci temono che i rovesci possano causare colate di fango o frane. A Casamicciola (Ischia), nelle zone più colpite dal terremoto del 21 agosto, il Comune raccomanda massima prudenza nell'attraversare la zona rossa, per il pericolo di frane derivanti dalle forti precipitazioni.

Temporali anche in Calabria, specie nel reggino.

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