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L'Ue dilania i gialloverdi "Giorgetti è fuorigioco"

Fuoco incrociato sul voto alla von der Leyen I 5s «bruciano» la candidatura del leghista

L'Ue dilania i gialloverdi "Giorgetti è fuorigioco"

È scontro aperto tra Lega e Movimento 5 stelle dopo l'elezione a presidente dell'Unione Europea di Ursula von der Leyen, passata anche grazie ai voti dei pentastellati. Da una parte c'è Matteo Salvini, che attacca: «Abbiamo visto una presidente della Commissione europea indicata dalla Merkel e sostenuta da Macron, Renzi e Berlusconi e dai 5S, sbilanciatissima a sinistra sul alcuni temi come la crescita economica, il controllo dei confini. Siamo preoccupati. È passata per 9 voti, è come se in Italia ci fosse un governo Pd-Fi-M5s, che cambiamento rappresenta?» «Sono orgoglioso - dice ancora - della coerenza e della lealtà dimostrata dagli europarlamentari della Lega».

Dall'altra il Movimento, che sul Blog delle stelle controbatte: «Dovete sapere che c'era un accordo. Ma questo la Lega non ve lo dirà mai. L'accordo era che anche i cosiddetti sovranisti lontani dai partiti tradizionali, la votassero, sapendo che la sua maggioranza non esisteva e in questo modo avremmo potuto condizionare ogni decisione futura in Europa». E proseguono: «La Lega, all'ultimo secondo, ha deciso di sfilarsi. Perché? Forse solo per attaccare pubblicamente il M5S. Contenti loro, contenti tutti».

«Ma quali accordi! - dichiara l'europarlamentare del Carroccio Alessandro Panza - Adesso che si sono accorti di essere stati beccati con le mani nella marmellata, cercano di scaricare la colpa sulla Lega». A fargli eco su Facebook il sottosegretario alla Difesa, Raffaele Volpi, che commentando un post dell'europarlamentare pentastallata Tiziana Beghin non usa mezzi termini: «Non c'è più nulla da spiegare, mi pare. Dicevano di voler cambiare l'Europa». Per i 5 stelle anche per il prossimo commissario italiano «serve un nome di qualità». E ancora: «Rispettiamo gli accordi, la Lega ha vinto le elezioni, ma dopo l'inspiegabile atteggiamento del loro voto su Ursula von der Leyen sarà difficile ottenere il via libera della Commissione e dal Parlamento europeo». «Se qualcuno pensa che i voti della Lega siano merce di scambio per una nomina o per altro si sbaglia», annotano in serata ambienti leghisti. E in serata sulla partita del commissario arriva una nuova bordata. Il voto contrario del Carroccio alla von der Leyen ha complicato la partita, «azzoppando» di fatto la corsa di Giancarlo Giorgetti: la sua designazione viene ormai considerata una «mission impossible» in ambienti di governo M5s.

Due partiti che amministrano il Paese l'un contro l'altro armati, con i pentastellati tutti schierati contro Salvini, a partire dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta, che nelle ultime ore lo ha di nuovo attaccato sulla possibilità di un «blocco navale», dicendo che per lei si tratterebbe di un «atto di guerra», insomma. Dall'altra i leghisti, che chiedono al loro capitano, sempre con maggior enfasi, di svincolarsi da quelli che dimostrano di non essere più alleati.

Il tutto mentre a tamponare la situazione resta il premier Giuseppe Conte, preoccupato per una eventuale crisi di governo, anche alla luce del caso del Russia, che teme possa investire lo stesso Salvini.

In un evidente clima da esecutivo agli sgoccioli.

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