Cronache

L'Ue: ospitare pure i migranti violenti

Per Bruxelles va tutelato il richiedente asilo che infrange le norme dei centri accoglienza

L'Ue: ospitare pure i migranti violenti

L'accoglienza ai migranti va sempre garantita, anche di fronte a comportamenti gravemente violenti e a violazioni delle regole dei centri. La Corte di Giustizia Ue interviene sul caso sollevato da un giudice del Belgio ma è un monito a tutti gli Stati europei. Un richiedente asilo «non può essere sanzionato con la revoca delle condizioni materiali di accoglienza relative all'alloggio, al vitto o al vestiario», anche qualora abbia violato in modo grave le condizioni del centro di accoglienza in cui è ospitato o se ha tenuto comportamenti «gravemente violenti».

La sentenza riguarda un giovane afghano, Z.H., arrivato in Belgio come minore non accompagnato, che aveva partecipato a una rissa tra migranti di etnie diverse in un centro di accoglienza a Bruxelles e per questo motivo era stato sanzionato dal direttore con l'espulsione di 15 giorni. Periodo nel quale era rimasto senza un posto dove dormire. Ha fatto causa e il giudice si è rivolto alla Corte europea. Secondo la quale «una revoca, seppur temporanea, del beneficio di tutte le condizioni materiali di accoglienza o delle condizioni materiali di accoglienza relative all'alloggio, al vitto o al vestiario sarebbe incompatibile con l'obbligo di garantire al richiedente un tenore di vita dignitoso. Una simile sanzione priverebbe infatti quest'ultimo della possibilità di far fronte ai suoi bisogni più elementari. Inoltre, violerebbe il requisito di proporzionalità». I magistrati ricordano che esistono altri tipi di misure che gli Stati membri possono applicare «come la collocazione del richiedente in una parte separata del centro di accoglienza o il suo trasferimento in un'altra struttura». Il diritto Ue «non osta a che le autorità decidano di affidare il minore ai servizi o alle autorità giudiziarie preposte alla tutela dei minori».

Una pronuncia su cui si baseranno anche i futuri ricorsi di migranti che anche in Italia si vedono revocare l'accoglienza per comportamenti violenti o per gravi violazioni delle regole dei centri in cui sono ospitati. Nel nostro Paese però, in contrasto con la normativa europea, esiste la revoca ma non altre misure intermedie come la sospensione temporanea per chi viola le regole dei centri. In caso di risse o comportamenti gravi interviene la prefettura che dispone lo stop all'accoglienza. E sui conseguenti ricorsi dei migranti decide il Tar: nel 2018 quello del Molise ha respinto l'istanza con cui sei migranti avevano chiesto l'annullamento della revoca che era stata decisa proprio in seguito a una rissa.

Pochi mesi dopo invece quello della Lombardia ha accolto il ricorso di sette migranti cui era stata tolta l'accoglienza, ancora per una rissa, perché il Prefetto non aveva compiuto un'istruttoria completa dell'accaduto prima di prendere la decisione. I giudici amministrativi della Liguria invece hanno confermato di recente la revoca a un migrante che aveva fatto a botte con altri ospiti per il pocket money.

D'ora in poi a guidare le pronunce dei magistrati ci sarà la sentenza della Corte di Giustizia Ue.

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