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La Ue si schiera a fianco delle Ong: "No a sanzioni penali per i volontari"

Ieri i primi 54 profughi della Lifeline sono partiti per la Francia

La Ue si schiera a fianco delle Ong: "No a sanzioni penali per i volontari"

Alcuni governi, su tutti quelli di Italia e Malta, hanno apertamente dichiarato guerra alle Ong accusandole di favorire - almeno indirettamente . l'immigrazione clandestina. L'Europa invece si schiera a fianco dei volontari: una risoluzione adottata ieri a Strasburgo dall'Europarlamento chiede infatti che l'aiuto ai migranti per motivi umanitari non sia punibile con sanzioni penali da parte degli stati membri.

I deputati hanno espresso preoccupazione per le «conseguenza indesiderate» della legislazione Ue. In particolare si riferiscono alla direttiva «favoreggiamento» del 2002, che prevede l'introduzione di sanzioni penali da parte degli stati membri contro il favoreggiamento dell'ingresso, del transito e del soggiorno di immigrati irregolari. Questa norma è stata utilizzata per sanzionare le Ong, ma la risoluzione di ieri sottolinea che la legislazione Ue conferisce agli Stati anche il potere di non configurare come reato quelle azioni di favoreggiamento che hanno lo scopo di prestare assistenza. A condizione che i volontari restino nei limiti del loro mandato umanitario e che le loro operazioni si svolgano sotto il controllo degli Stati membri.

E un altro assist alle organizzazioni non governative è arrivato da Dunja Mijatovic: «Quando gli Stati coordinano le operazioni di salvataggio dovrebbero fare pieno uso delle capacità disponibili - ha detto la commissaria ai diritti umani del Consiglio d'Europa -, comprese quelle delle Ong. Le recenti tragendie che provocano centinaia di morti dovrebbero ricordarci l'urgenza di garantire un sistema per salvare vite umane ben finanziato e pienamente operativo.

Al di là degli auspici europei, però, in questo momento le Ong continuano ad avere grosse difficoltà. A Malta prosegue il processo contro Claus-Peter Reisch, il comandante della nave Lifeline accusato di aver effettuato operazioni di salvataggio in acque internazionali su un'imbarcazione non registrata. «Malta è bellissima ma a casa ho una madre 90enne e sono l'unico che può prendersi cura di lei» - ha detto il 57enne tedesco all'uscita dal tribunale ribadendo poi che a suo giudizio salvare vite umane non è reato.

Se lui è costretto a rimanere sull'isola fino a data da destinarsi, ieri il primo gruppo di 230 migranti soccorsi dalla sua nave sono partiti alla volta della Francia. Si tratta di 42 sudanesi e 3 eritrei a cui Parigi, per bocca del direttore delle procedure d'asilo Raphael Soldini, ha assicurato che riceveranno «molto rapidamente» lo status di rifugiati.

Gli altri, come è noto, saranno accolti da altri 8 paesi europei, per la gioia del premier maltese Joseph Muscat: «La condivisione delle responsabilità e i rimpatri sono possibili e si può farli in modo efficace e umano».

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