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L'Ue vede la manovra-bis, Tria smentisce

Moscovici: "Un peggioramento avrà conseguenze". Il ministro: "Lo escludo"

L'Ue vede la manovra-bis, Tria smentisce

Roma - «Escludo una manovra correttiva legata al rallentamento del tasso di crescita». Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha ribadito ieri a Davos la personale opinione secondo la quale non sarà necessaria una correzione dei conti pubblici nel corso del 2019. «L'obiettivo di deficit concordato con la Commissione Ue riguarda il deficit strutturale, che significa che non tiene conto dell'andamento del ciclo economico», ha aggiunto precisando che «non ci sono attualmente motivi per pensare a una manovra correttiva in base al fatto che c'è un rallentamento dell'economia».

Una replica alle dichiarazioni del commissario Ue agli affari economici, Pierre Moscovici, che in un'intervista al Tg5 ha confermato che Bruxelles intende allineare le proprie previsioni a quelle già formulate da Bankitalia, Ocse e Fmi e che indicano un Pil italiano prossimo allo 0,6% quest'anno e non all'1% indicato dal governo nella Nadef. «Non posso prevedere quale sarà la nuova stima di crescita 2019 della Commissione europea per l'Italia - ha affermato - ma di solito le nostre stime non sono molto diverse da quelle delle altre istituzioni internazionali e dovremo valutare le conseguenze nel caso di peggioramento».

Insomma, l'Ue (che stima il prodotto interno lordo del nostro Paese a +1,2% nel 2019) è pronta a chiedere all'Italia di rientrare dall'extradeficit se la congiuntura rendesse insostenibili le spese inserite nella manovra, cioè il reddito di cittadinanza e quota 100.

«Una cosa è dire quali sono le previsioni. Un'altra cosa è dire quali sono le conseguenze e drammatizzare in modo eccessivo, come ha fatto l'Fmi, questo rallentamento», ha specificato Tria. «Tutti noi sappiano che c'è un rallentamento: in Italia in particolare abbiamo posto l'accento sul rallentamento dell'economia prima degli altri osservatori, a fine settembre-ottobre», ha proseguito evidenziando che «queste previsioni non sono inattese per noi, se si confermeranno non c'è nulla di drammatico». L'unica ancora di salvezza per Tria è invocare la congiuntura negativa, parzialmente registrata dall'Istat che nel 2018 ha evidenziato un rallentamento del tasso di crescita dell'export al +1,7% annuo dall'8,2% dell'anno precedente. Un dato negativo che si somma all'andamento non proprio entusiasmante dei consumi interni.

Secondo l'economista Renato Brunetta, deputato di Forza Italia, le parole di Moscovici sono la «conferma» della «manovra correttiva in arrivo» che dovrebbe assestarsi tra i 4 e i 7 miliardi di euro in base all'eventuale maggior deficit rispetto al 2% sul Pil.

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