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L'ultima anomalia in toga: l'Anm compra una pagina per dire no alla riforma

Il testo pubblicato solo su due quotidiani per problemi di budget. E piovono le critiche.

L'ultima anomalia in toga: l'Anm compra una pagina per dire no alla riforma

L'obiettivo era portare la protesta dei magistrati sulle pagine di tutti i giornali, ma alla fine le esigenze di budget hanno costretto a scegliere i due quotidiani (appartenenti allo stesso gruppo editoriale) che hanno fatto il prezzo migliore. L'impatto è stato comunque forte, anche se forse non è stato quello che l'Associazione nazionale magistrati si proponeva. Perché sulla pubblicità a pagamento in cui ieri l'Anm annuncia battaglia contro la riforma della giustizia (nella foto) voluta dal ministro Marta Cartabia piovono pochi consensi e molte critiche. L'Anm è un sindacato, ma è il sindacato di un potere dello Stato. E che inviti alla lotta contro quello che altri poteri - prima il governo, poi il Parlamento - stanno decidendo è parso ai più quantomeno anomalo.

I toni sono, come nelle settimane scorse, catastrofisti. Le norme proposte dalla Cartabia alle Camere vengono definite, nel tazebao dell'Anm, «una legge per intimidire i magistrati». Non si salva niente: i criteri di valutazione dell'operato delle toghe per l'Anm rispondono a «logiche di tipo aziendalistico, basate esclusivamente sui numeri e sulla produttività», mentre le timide modifiche al sistema delle nomine «lasciano immutati gli ampi spazi di discrezionalità», mentre i limiti ai cambi di casacca tra pm e giudice aggirerebbero addirittura «le previsioni della Costituzione». Morale: «la Magistratura intende promuovere ogni iniziativa necessaria a sensibilizzare l'opinione pubblica».

La parola «sciopero» non compare. Ma che l'approdo finale possa essere quello lo ha detto apertamente il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia. Da nomi importanti della storia del sindacato delle toghe - come Edmondo Bruti Liberati e Armando Spataro - sono venuti nei giorni scorsi giudizi assai più pacati sulla riforma Cartabia, e inviti alla cautela (Bruti ha definito «senza senso» l'idea dello sciopero). Ma ormai l'Anm sembra decisa a cavalcare il malcontento che serpeggia tra le file dei suoi militanti, soprattutto a sud. Anche se tra i tanti magistrati sgobboni l'idea che finalmente si inizi a distinguere chi lavora tanto e bene da chi produce solo disastri parrebbe non essere tanto impopolare.

L'assemblea nazionale dell'Anm che si tiene oggi a Roma dovrebbe segnare l'apertura ufficiale delle ostilità contro il governo. Per questo la Cartabia si è ben guardata dall'accettare l'invito, accolto invece dai rappresentanti dei partiti: ma il manifesto anti-riforma diffuso ieri rischia di far naufragare in partenza ogni possibilità di trattativa. Enrico Costa di Azione! parla di «una reazione incredibile del potere giudiziario, un attacco al legislatore a mezzo spot"». «Ho accettato l'invito all'assemblea - aggiunge Costa - perché nella lettera spiccavano le parole confronto" e approfondimento": non mi sottraggo, ma è evidente che questa forma di protesta è un'unilaterale chiusura al dialogo». E Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia definisce «la protesta dell'Anm e la minaccia di uno sciopero surreali e fuori dal tempo. La politica non deve accettare veti, né farsi condizionare».

A difendere l'Anm, solo i grilllini.

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