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L'ultima capriola di Fico. Si tiene stretti staff e ufficio

L'ultima capriola di Fico. Si tiene stretti staff e ufficio

Il primo giorno da presidente della Camera Roberto Fico volle arrivare in autobus, per fare vedere che nonostante la carica sarebbe rimasto un cittadino come gli altri. Ma gli bastò un solo biglietto Atac, perchè subito dopo si abituò all'auto di servizio con autista e scorta e l'autobus, da allora in poi, lo ha visto solo dal finestrino dall'ammiraglia.

A il grillino, considerato esponente dell'ala più di sinistra del M5s, si è trovato talmente bene negli agi della «casta» che non intende affatto rinunciarvi, anche adesso che non è più nello scranno più alto di Montecitorio, e per la verità neppure in uno di quelli normali visto che non è stato candidato e dunque non è più parlamentare. Fico infatti avrebbe deciso di utilizzare i privilegi assegnati agli ex presidenti della Camera, quello appunto di mantenere un ufficio e uno staff. Secondo quanto riferisce Repubblica, il pentastellato avrebbe scelto la stanza che a suo tempo fu assegnata a Pier Ferdinando Casini. L'ufficio a Montecitorio si trova proprio vicino al terrazzo che i grillini occuparono nel 2013 per protestare contro un ddl sulle riforme. Sempre stando a quanto riferito, pare che Fico manterrà anche uno staff di collaboratori, se pur in forma ridotta rispetto a quando presiedeva la Camera. Ad affiancarlo dovrebbero quindi esserci due collaboratori, entrambi esterni agli organici di Montecitorio.

I duri e puri restano, ma fuori dal M5s e anzi in polemica con il loro ex movimento. Il più noto degli ex è Alessandro Di Battista, che ha letto le indiscrezioni su Fico che si tiene l'ufficio a Palazzo e lo staff, e ha twittato: «Spero si tratti di una menzogna». Parole che fanno irritare Fico: «Non accetto lezioni di principio da nessuno. In questi anni ho restituito i miei stipendi alla comunità per un totale di oltre 700 mila euro. Adesso avrò diritto solo ad un ufficio alla Camera per un tempo limitato, come previsto dalle norme di Montecitorio. Ho sempre rispettato tutte le regole del Movimento: sulle restituzioni così come sui due mandati. E dunque non accetto lezioni di principio su questo, da nessuno».

Tradotto: da nessuno dei grillini, Dibba incluso.

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