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L'ultima follia grillina: "Più incidenti, più Pil"

L'assurda teoria per spiegare il No alla Tav: «L'ambulanza consuma e si vendono auto»

L'ultima follia grillina: "Più incidenti, più Pil"

La battaglia identitaria è diventata un balletto di dichiarazioni. Barricadere, acchiappa like, contro la Francia e contro la Lega. Ma ce n'è stata una, ieri, che per ribadire il No grillino alla Tav ha oltrepassato il limite del paradosso. Sul Blog delle Stelle è apparso un post che tentava di spiegare come l'Alta velocità Torino-Lione rappresenti uno spreco e sia «un'opera antistorica». I comunicatori del Movimento sono ricorsi a un paragone piuttosto inquietante, sicuramente fuori luogo, tra gli effetti della Tav sul Pil e quelli degli incidenti stradali. Due eventi funesti allo stesso modo, nella testa di chi ha pensato il messaggio scritto sul Blog. Per chi stentasse a crederci ecco il grottesco estratto: «Non ci si può immolare in nome del Pil sull'altare degli sprechi. Anche un incidente stradale aumenta il Pil, perché l'ambulanza consuma benzina, la spesa sanitaria aumenta e i veicoli distrutti dall'incidente magari devono essere riacquistati. Non per questo dobbiamo promuovere politiche che aumentino gli incidenti stradali».

La Tav come una tragedia che provoca morti e feriti, quale può essere un incidente stradale, secondo il M5s. A tanto tocca arrivare per spegnere le rivolte interne sul tradimento di uno dei pilastri ideologici su cui si era fondata la creatura politica di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Una provocazione, certo. Evitabile, altrettanto certamente. Al parallelo infelice ha fatto seguito lo stesso ragionamento esplicitato sabato dal senatore Nicola Morra: «L'Unione Europea ha messo più soldi per la Torino-Lione? In realtà non è proprio così: ha solo fatto sapere che si impegnerà a farlo. Se il tuo datore di lavoro o un tuo cliente non ti pagano ma ti dicono tranquillo, ti pagherò, poi lo faccio, senza dirti quando come e perché, qualche dubbio ti viene o no?». Quindi il rinnovo degli attacchi alla Francia, vero leitmotiv della campagna di comunicazione per convincere gli elettori che il M5s è ancora No Tav: «Non è che questi soldi, in realtà, all'Italia non servono ma sono solo un altro favore alla Francia di Macron? Non vi viene il dubbio?». E un attacco frontale agli alleati di governo della Lega: «E pensare che sul Tav c'è chi si schiera proprio con Macron: Renzi, la Boschi e Berlusconi». Messa in sicurezza la tenuta del governo con il via libera del premier Giuseppe Conte, il rilancio di dichiarazioni incendiarie è funzionale a scopi interni, e i virgolettati sono senza appello: «Per il partito del cemento la priorità è bucare una montagna e portare nel 2035 le merci da Torino a Lione con le tecnologie di 16 anni prima! Una follia assoluta!».

Ma tutto ciò, compresa la sottolineatura «restiamo orgogliosamente No Tav», non è bastata a placare la rabbia del movimento che si oppone alla Torino-Lione. Ieri è apparso un messaggio sul sito Notav.info, portale di riferimento dell'organizzazione che in Val di Susa si oppone all'opera italo-francese: «Avevamo detto che avremmo portato più gente possibile al cantiere hanno scritto all'indomani della manifestazione vicino al cantiere della Tav in Piemonte - per far vedere a tutti da vicino contro cosa lottiamo e lo abbiamo fatto».

Infine la stoccata ai Cinque Stelle: «A differenza di tanti il Movimento No Tav mantiene sempre le promesse, il come abbiamo raggiunto il cantiere, che fa tanto notizia, è lo stesso in cui lo abbiamo fatto molte altre volte».

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