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L'ultima foto della sonda esplosa a 300 km all'ora

Diffuse le immagini dello schianto su Marte. Gli scienziati: «Ricevuto il 95% dei dati attesi»

Adesso c'è la prova, ci sono delle immagini del modulo Schiaparelli sulla superficie di Marte. Lo ha fotografato una sonda della Nasa, la Mars Reconnaissance Orbiter, che ha rilevato «cambiamenti di immagine sulla superficie di Marte legato al modulo Exomars». La sonda, che ruota attorno a Marte da circa 10 anni, ha scattato fotografie che mostrano una macchia che l'Esa ritiene sia il paracadute da 12 metri usato da Schiaparelli per rallentare. Mostrano anche un'altra macchia scura, tra 15 e 40 metri di larghezza, a circa un km a nord del paracadute, che gli scienziati credono sia il segno dell'impatto dopo la caduta. L'Agenzia Spaziale Europea ipotizza che questa si sia conclusa con un'esplosione, perché i serbatoi di carburante erano probabilmente ancora pieni. L'Esa ha anche pubblicato un video del punto di impatto sul pianeta rosso.

Questa la ricostruzione dei fatti: Schiaparelli sarebbe caduto sulla superficie di Marte da un'altezza compresa fra 2 e 4 chilometri, precipitando a 300 chilometri orari e finendo probabilmente distrutto nell'impatto. Era entrato nell'atmosfera marziana alle 14.42 del 19 ottobre per i previsti 6 minuti di discesa verso la superficie, ma il contatto è stato perso poco prima del touchdown previsto. L'immagine in possesso della Nasa ha una risoluzione di 6 metri per pixel e mostra due nuovi elementi scuri sulla superficie del pianeta rosso rispetto a un'immagine dalla stessa macchina fotografica scattata nel maggio scorso. Uno «sguardo» più da vicino alla sonda sarà dato la prossima settimana grazie a HiRISE, la fotocamera a più alta risoluzione a bordo della sonda Nasa.

Eppure, mentre Schiaparelli scendeva verso Marte, a bordo del lander lo strumento Dreams realizzato dal Cisas dell'Università di Padova, che avrebbe dovuto studiare venti e polveri marziane, si è svegliato e ha iniziato a funzionare per una decina di secondi. Ora i dati registrati sono un prezioso bagaglio in mano agli scienziati, in vista della seconda missione ExoMars del 2020.

«Possiamo dire che il 95% della missione è positiva», hanno rivelato.

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