Cronache

L'ultima frontiera del turismo: in orbita intorno alla Luna

Per i due fortunati il viaggio ideato da Musk costerà 75 milioni di dollari a testa. E mister Tesla punta Marte

L'ultima frontiera del turismo: in orbita intorno alla Luna

C on l'aria che tira per il turismo internazionale, ormai non c'è più posto dove te ne puoi stare tranquillo, Promenade des Anglais o museo del Bardo che sia, il viaggio più sicuro forse è proprio questo: in orbita intorno alla Luna, lontano dalle bruttezze del pianeta, dalla cattiverie degli umani e dai tormenti della minoranza piddì. Il panorama è magnifico, l'ambiente discreto e silenzioso e non ci sono nemmeno recensioni su Tripadvisor. Solo il prezzo non è comodo intorno, si dice ai 75 milioni di dollari a testa. Quarant'anni fa, missione Apollo, gli americani spesero 50mila miliardi per fare una passeggiata sul mare della tranquillità «un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l'umanità» e come turismo cafone comanda lasciarono per terra di tutto, come fosse un pic nic: sacchetti di plastica, treppiedi, martelli, pale, zaini. Persino le medaglie con i volti degli astronauti morti e un dischetto con su inciso dei messaggi augurali, metti che un vulcaniano passi di lì per caso.

Adesso però che la corsa è finita, che la Luna è tornata da anni ad essere una canzone di Gianni Togni e che la ricerca spaziale insegue tunnel spaziali, pianeti gemelli e universi che mutano, un giretto intorno al satellite degli innamorati diventa una promozione turistica come il Machu Picchu, la Grande Muraglia o Bellaria-Igea Marina. Entro l'anno prossimo due sconosciuti (per ora) turisti, sperando che non siano Syusy Blady e Patrizio Roversi, potranno circumnavigare la Luna sulla sonda spaziale Dragon: la società SpaceX di Elon Musk, padre padrone delle auto elettriche Tesla, ha infatti annunciato di aver raggiunto un accordo economico con i due privati che «rappresenta un'opportunità per gli esseri umani di tornare nello spazio profondo per la prima volta in 45 anni». Oddio, non è la prima volta che ci provano. Una decina di anni fa un accordo tra l'agenzia spaziale russa e una società privata americana doveva portare lassù per una ventina di giorni due turisti, ieri come oggi. A bordo però di una Soyuz. Costo 100 milioni di euro, cifra che, avevano calcolato, potevano permettersi solo gente come Abramovic, Bill Gates e la Rowling. Erano certi che miliardari in cerca di emozioni avrebbero fatto la fila per imbarcarsi e tranquillizzavano: «Sarà come viaggiare in taxi». Invece non se ne fece nulla. E Uber non c'era ancora. Stavolta, giurano, sarà diverso. Sarà un viaggio di una settimana senza sbarco, 643mila chilometri, come quello di Aldrin che vide scendere Armstrong e Aldrin ma non si mosse dal suo posto, si potrà però vedere il lato oscuro, e i due sottolinea bene Musk, «hanno già pagato una significativa caparra». Prima però dovranno fare addestramento e superare test medici, poi, ma solo se supereranno entrambi, si saprà chi sono.

Decolleranno dalla mitica piattaforma 39A di Cape Canaveral, la stessa da cui partivano gli Apollo. La navicella si baserà sulla capsula Crew Dragon, a portarla in orbita il Falcon Heavy razzo che ha una potenza pari a due terzi del celebre e mastodontico Saturno V che spinse sulla Luna l'Apollo 11. La Nasa non manda astronauti sulla Luna ormai da quarantacinque anni: ventinove hanno esplorato lo spazio, dodici hanno camminato sul territorio lunare, tre sono morti. Ma per SpaceX è una specie di prova generale per portare esseri umani su Marte e un'iniziativa che ridurrà i costi dei programmi spaziali americani. Due obiettivi ragionevoli.

In fondo mica chiedono la Luna.

Commenti