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L'ultima lettera di Marino

Ecco il contenuto della lettera con la quale il sindaco di Roma, Ignazio Marino, oggi ha formalizzato il ritiro delle sue dimissioni

L'ultima lettera di Marino

"Pur rivendicando ogni atto e ogni scelta fatta in questi due anni e mezzo per cambiare Roma, non ho difficoltà ad ammettere alcuni errori". È uno dei passaggi della lettera con la quale il sindaco di Roma, Ignazio Marino, oggi ha formalizzato il ritiro delle sue dimissioni.

"Costretto dalle difficoltà e dalla resistenza dei poteri che stavamo sfidando a lavorare giorno e notte per portare a risultato ognuna delle nostre scelte, ho dato l’impressione di non voler dialogare e di non voler condividere queste scelte con la città, che talvolta ha così ha percepito di subirle. Mi spiace, perché non è questo il segno che volevo dare, a partire da un dialogo più aperto e costruttivo che avrei voluto avere con l’assemblea capitolina, a partire dal gruppo del Psd, il partito di cui sono espressione e che ha saputo più volte - insieme a tutta la maggioranza - dare prova di coraggio e determinazione con voti che resteranno storici per la nostra capitale. Per tutto questo ritengo non sia giusto eludere il dibattito pubblico, con un confronto chiaro per spiegare alla città cosa sta accadendo e come vorremo andare avanti. Questi sono i principali punti di confronto sui quali verificare l’esistenza di una visione comune con i partiti che sostengono in Consiglio comunale l’organo di governo del Campidoglio".

Nella lettera, Marino poi parla dell’"attesa di verificare la sussistenza delle condizioni politico-amministrative che permettano la prosecuzione del mandato" e spiega: "Sono certo che il nostro operato abbia con fatica raggiunto l’obiettivo di ripristinare legalità e trasparenza".

Infine, il sindaco scrive: "Per il sacrale rispetto che si deve alla stessa Assemblea ed alle sue prerogative, espressioni della sovrana volontà popolare, ritengo di dover sospendere - nelle more della convocazione richiesta - le riunioni dell’organo di governo capitolino, e di conseguenza di inibire momentaneamente gli effetti degli atti di conferimento delle deleghe assessorili, in attesa di verificare la sussistenza delle condizioni politico-amministrative che permettano la prosecuzione delmandato". Intanto è stallo nella exit strategy "dimissioni di massa". Secondo quanto si apprende l’assenza di alcuni consiglieri comunali su Roma - Alfio Marchini ad esempio si troverebbe in questo momento a Milano - e qualche ripensamento dell’ultimo minuto potrebbero far slittare l’addio dei 25 a domani. Ma il Pd vorrebbe chiudere la partita entro domani.

Ultime indiscrezioni parlano di un passo indietro di Mino Dinoi mentre i consiglieri Ignazio Cozzoli e Francesca Barbato, appena passati nelle fila dei Conservatori Riformisti di Raffaele Fitto, potrebbero diventare fondamentali per raggiungere quota 25.

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