Cronache

L'ultima vittima nel 2015 ma dall'inizio dell'anno boom dei casi di contagio

L'ultima vittima nel 2015 ma dall'inizio dell'anno boom dei casi di contagio

Roma - Quello di Monza è il secondo caso di morte per complicazioni conseguenti al morbillo avvenuto di recente. Nel 2015 una bimba 4 anni ricoverata in terapia intensiva al Gemelli di Roma morì di «panencefalite subacuta sclerosante» dopo settimane di malattia. La bambina non era stata vaccinata, i suoi genitori erano due medici e il caso fece molto scalpore. Gli esperti fecero notare che purtroppo l'encefalite è una delle possibili gravi complicanze del morbillo. Intanto i numeri dei contagiati in Italia continuano a salire. Sono 3.074 casi segnalati dall'inizio dell'anno. Si tratta quindi di una vera e propria epidemia che è costata al nostro Paese anche una reprimenda da parte dell'Organizzazione mondiale della Sanità che ha sottolineato come un caso di morbillo su due di quelli che si sono verificati nel 2017 in tutta Europa è stato registrato in Italia. I casi riguardano quasi tutte le Regioni ma il 91 per cento proviene da sette: Piemonte, Lazio, Lombardia, Toscana, Abruzzo, Veneto e Sicilia. Nell'89 per cento dei casi il contagiato non era vaccinato e il 7 per cento aveva ricevuto solo una dose. La maggior parte dei casi (73 per cento ) è stata segnalata in persone di età maggiore o uguale a 15 anni; 185 casi avevano meno di un anno di età; 237 casi tra operatori sanitari. Nel 2002 si registrò un'epidemia di morbillo concentrata in Campania dove vennero registrate 4 morti conseguenti alle complicanze. Il morbillo, ammonisce l'Oms, non va sottovalutato. Nel 2015 ci sono state nel mondo 134.200 morti a causa di questa malattia infettiva, nella maggior parte dei casi bambini al di sotto dei 5 anni; in media 367 morti ogni giorno, 15 morti ogni ora. Tra il 2000 e il 2015 si stima che la vaccinazione abbia favorito un calo dei decessi per morbillo del 79 per cento. Nel 2015 circa l'85 per cento dei bambini nel mondo ha ricevuto una dose di vaccino entro il primo anno di vita mentre nel 2000 la copertura era del 73. Nonostante la diffusione della profilassi ogni anno 1,5 milioni di bambini muoiono ancora a causa di malattie che sarebbero prevenibili attraverso i vaccini. E i pediatri ancora una volta intervengono per difendere la vaccinazione.

Giampietro Chiamenti presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, Fimp, ribadisce la necessità di mantenere «il decreto nella sua attuale versione» proponendo anzi di «incrementarlo con l'inserimento della vaccinazione antipneumococcica come già ribadito nei giorni scorsi».

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