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L'unità del centrodestra rinasce dal fronte del No

Forza Italia, Lega e Fdi insieme in piazza a Bergamo contro il referendum di ottobre Brunetta: "Il nuovo soggetto? Il quadrifoglio"

L'unità del centrodestra rinasce dal fronte del No

Il nome lo conia a sorpresa Renato Brunetta che, sprezzante del pericolo, sale sul palco arroventato come un microonde indossando maglione e piumino. Manco fosse su una pista da sci e non nel cuore di Bergamo, sotto un sole implacabile. «Il nuovo soggetto politico - spiega il capogruppo di Forza Italia alla Camera - si chiamerà Quadrifoglio». Definizione provvisoria e che però vuole indicare un percorso e un'alternativa allo strapotere della narrazione renziana. «Il quadrifoglio - spiega l'ex ministro - sarà la nuova formazione che libererà l'Italia dal politicante fiorentino e sarà formata da Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia, più i civici alla Brugnaro, alla Marchini, alla Parisi».

Nella piazza, dove si battezza il fronte del «No» al referendum costituzionale di ottobre, fanno già le prove di questa futura alleanza che poi dovrebbe essere la versione riveduta e corretta di antiche solidarietà. Cosi al microfono si alternano Carlo Fidanza, di Fratelli d'Italia, Roberto Calderoli, della Lega, l'azzurro Renato Brunetta. Più Giovanni Toti nelle vesti di ecumenico governatore che nella sua Liguria tiene tutti assieme. E guarda avanti: «Il centrodestra che vogliamo è quello di Parisi che unisce le diverse esperienze o, e mi dispiace se devo autocitarmi, quello della giunta ligure da me guidata. E non quello di Roma dove ci siamo divisi e rischiamo di farci male. Ma io spero che questo 2016 sia l'anno della svolta».

Intanto, si comincia, ventre a terra, contro Renzi che la mattina ha riunito i suoi, sempre a Bergamo, per far decollare il fronte del «Sì». Il più aggressivo, a tratti torrenziale, è sempre Brunetta: «Renzi ha tenuto il suo comizio dentro un teatro blindato, noi invece siamo qui in una piazza gioiosa e festosa per dirgli che il suo disegno è già fallito sul piano economico e a ottobre lo sfratteremo da Palazzo Chigi e lo manderemo a casa. Non si cambia la Costituzione così, a colpi di maggioranza, senza tenere conto delle opposizioni, ma comprando 60 senatori e allargando la maggioranza, senza dirlo apertamente, ai verdiniani di Ala».

Anche Calderoli e Fidanza vanno giù duri e attaccano il governo che non mantiene quello che promette e che annaspa davanti alla crisi senza fine e alla montagna sempre più alta del debito pubblico.

Sono tutti d'accordo: no a Renzi, no al referendum di ottobre, no a una Costituzione stravolta in modo unilaterale. Certo, c'è stata la stagione del Nazareno, delle larghe intese fra il premier e il Cavaliere ma è acqua passata, nessuna nostalgia, almeno in questa giornata dell'orgoglio ritrovato. Anzi, Calderoli ne approfitta per tessere l'elogio di Brunetta, il Nobel mancato come l'ha definito ironicamente Renzi: «Renato ha sempre contestato il patto del Nazareno e ha sempre tenuto una linea intransigente. Bisogna dargliene atto».

Insomma, il centrodestra, superate le seduzioni renziane, prova a ricompattarsi. Almeno qui a Bergamo. Per offrire un altro punto di vista agli italiani. Non è facile dopo le feroci dispute romane, la diaspora dei candidati, i duelli per la leadership. Per questo molti giornali ritengono chiusa una stagione e immaginano un nuovo centrodestra, più estremista e a trazione salviniana.

Può essere e però la battaglia per i referendum pare portare con se altro. E l'happening di Bergamo è l'occasione per riaprire le porte del laboratorio politico moderato che pareva chiuso per sempre, fra polemiche e scomuniche reciproche. «Dobbiamo creare il Quadrifoglio - sintetizza Brunetta che prova a disegnare il futuro - dobbiamo mettere insieme i tre partiti, più le voci dei movimenti civici che in ne possono più di Renzi e delle sue promesse non mantenute. E dobbiamo essere pronti per ottobre». Toti spinge nella stessa direzione: «Abbiamo litigato, come è successo a Roma ma dobbiamo superare le nostre divisioni e dobbiamo farlo entro quest'anno».

La sfida è lanciata. E i presenti, in verità non una folla oceanica, applaudono. Prima di tributare una standing ovation a Calderoli che a un certo punto, stremato dal caldo, si accascia semisvenuto su una sedia.

E si riprende solo dopo qualche istante di apprensione generale.

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