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Il M5s prepara la mozione Tav e irrita la Lega

Il M5s prepara la mozione Tav e irrita la Lega

La mozione No Tav, teoricamente presentata due giorni fa dai Cinque Stelle per salvare la faccia, ancora non è stata calendarizzata. E a ieri sera non risultava neppure agli atti del Senato, nonostante il gran rullare di tamburi di guerra con cui i grillini la avevano annunciata: il testo, raccontano nel Palazzo, era stato considerato «non presentabile» dagli uffici parlamentari, che hanno chiesto al gruppo di riscriverla in termini più corretti.

L'ipotesi più accreditata è che, se i grillini riusciranno a scriverla, la mozione venga discussa il 7 agosto, subito prima delle vacanze estive e subito dopo la fiducia sul decreto sicurezza. La mozione parlamentare, tecnicamente, non serve assolutamente a nulla: l'opera è stata avviata in base ad un accordo internazionale, ratificato da una legge del Parlamento, e ci vorrebbe un'altra legge per rescinderlo. Ma per i Cinque Stelle si tratta di gettare un po' di polvere negli occhi ai propri fan, cui avevano giurato che mai la Tav sarebbe stata fatta: «Dovranno passare sul mio cadavere», proclamava ad esempio Vito Crimi (che risulta però sempre ben abbarbicato alla propria poltrona di sottosegretario).

La maggioranza però è destinata a dividersi platealmente nel voto, visto che la Lega salviniana, dopo alcuni anni di ubriacatura No Tav, è ora una fervida sostenitrice dell'opera. Si dividerà, ma senza alcuna conseguenza, anche perché i primi a non volere incidenti sono proprio i grillini: ogni partito (tranne M5s) presenterà un proprio testo di mozione favorevole alla Tav e se lo voterà (col risultato che non passerà alcun testo), il Senato respingerà a larghissima maggioranza trasversale la mozione No Tav dei grillini, e tutti andranno in vacanza contenti. Nel frattempo la Lega sfotte gli alleati: «Se il M5S vuole sfiduciare il premier che ha indicato, lo dica molto chiaramente: Conte la scorsa settimana non ha lasciato dubbi sul fatto che la Torino-Lione si finirà», dice il capogruppo del Carroccio Molinari. «Una mozione sul tema non è un atto ostile alla Lega, ma un atto ostile contro Conte». E in effetti le parole del premier non lasciano dubbi sull'impegno del governo italiano a tener fede all'accordo internazionale e a mandare avanti i lavori. Travolto dalle critiche No Tav, Luigi Di Maio tenta di confondere le acque: «La Lega oggi da sola non ha i numeri per fare passare la Tav, dovrà usare i voti del Pd e di Fi per fare questo favore a Macron».

Peccato che, gli fanno notare da Forza Italia, sia lui a non avere i numeri per ribaltare una decisione già presa: «La pianti di fare il trecartaro», dice Mariastella Gelmini.

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