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M5S a Salvini: "Folle pensare che Rixi resti se condannato"

Luigi Di Maio, ha detto che, in caso di condanna, il sottosegretario alle Infrastrutture, il leghista Edoardo Rixi, dovrà lasciare il governo oppure verrà "dimissionato" come è già avvenuto per Armando Siri

M5S a Salvini: "Folle pensare che Rixi resti se condannato"

Ora il Movimento 5 Stelle e la Lega si dividono sul "caso Rixi". Luigi Di Maio, ha detto chiaramente che, in caso di condanna nel processo che lo vede indagato per peculato, il sottosegretario alle Infrastrutture deve lasciare il governo oppure verrà "dimissionato" come è già avvenuto per Armando Siri. Matteo Salvini, ovviamente, non è dello stesso avviso, anzi.

Il vicepremier grillino si augura che Edoardo Rixi risulti innocente ma, in un'intervista al Fatto Quotidiano, spiega che "a lui si applicherà quanto abbiamo concordato", ossia il codice di comportamento previsto dal contratto. Salvini, invece, intervistato all'Agi, difende il suo fedelissimo e definisce "folle" la richiesta di dimissioni presentata da Di Maio. Dopo queste parole non si è fatta attendere la replica del Movimento Cinque Stelle che, secondo alcune fonti, avrebbe rispedito al mittente l'appellativo "folle". "Folle Salvini se pensa che possa restare sottosegretario un condannato per spese pazze in un governo coi 5 stelle", fanno trapelare i grillini."Del resto - proseguono le stesse fonti dell'Agi - le sue ultime dichiarazioni denotano una imbarazzante schizofrenia politica: nel caso della nave Diciotti per Salvini andava benissimo la gestione collegiale da parte del Governo, ora sostiene che nessuno deve dargli ordini. Sull'immigrazione il governo non ha mai cambiato linea. Ci vuole senso di responsabilità per governare, sempre, non opportunismo".

Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, a Radio Anch'io, ha ammesso: "Così è molto complicato andare avanti" perché Di Maio ha incentrato la sua campagna elettorale su una “distinzione morale tra loro e noi” e perciò “che stia usando il tema delle inchieste per una propaganda elettorale è una cosa molto grave”. E aggiunge: “Un conto è il teatrino della campagna elettorale, un conto è quando si fa una differenza antropologica tra onesti e disonesti e si mettono i propri alleati dall’altra parte del mondo”.

La conclusione di Molinari apre nuovi scenari: “Quando manca la fiducia e se Di Maio è convinto che la Lega sia un partito di corrotti, andare avanti diventa molto complicato”, dice il capogruppo leghista.

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