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M5S, Di Maio avverte: “Sanzioni per chi non è in regola”

Il leader del movimento Luigi Di Maio parla a proposito della riorganizzazione dei pentastellati e sulla questione della collegialità e dei dissidenti

M5S, Di Maio avverte: “Sanzioni per chi non è in regola”

"Negli anni 20 dovremmo essere determinanti, senza di noi restaurazione 2.0". Luigi Di Maio parla chiaro e cerca di definire il futuro del M5S, soprattutto rispetto alla sua organizzazione e coesione interna dopo la fuoriuscita dell'ex ministro dell'istruzione Lorenzo Fioramonti.

"C'è qualcuno che sale e cambia treno. Ognuno di noi sa che se entriamo in Parlamento lo dobbiamo al movimento. Chi dice che il movimento era troppo verticistico poi mi chiedeva un incarico, poi non l'ottengono e dicono che il movimento è troppo verticistico. Lo dico guardando al passato". Negli ultimi tempi i dissidenti del M5S, quelli che il ministro degli Esteri chiama i "qualcuno che poi va(nno) al gruppo misto", sono aumentati di numero: c'è chi è spinto da velleità politiche con l'intento di creare un proprio gruppo parlamentare; chi è "folgorato sulla via di Damasco" e poi chi è chiamato dalle "sirene" leghiste.

I primi, che dovrebbero essere una decina, sarebbero pronti a staccarsi per dar vita ad Ecò, la nuova struttura guidata dal professore con cattedra a Pretoria. A seguirlo dovrebbero esserci, ad esempio, Angiola e Rospi che non hanno votato la legge di Bilancio alla Camera.

Poi ci sono i fuoriusciti del M5S che hanno un totale ripensamento e che si avvicinano ai partiti della “restaurazione”, come Italia Viva.

Poi, e sono tanti, ci sono quelli che potrebbero trovare un'accasamento nella Lega o che di base provengono proprio da li. E così ecco che al Senato nei prossimi giorni dovrebbe essere espulso Paragone.

Insomma, si deve fare qualcosa e, così, Di Maio afferma che "è arrivato il momento di un nuovo contratto", riferendosi più al rapporto con i suoi che all'accordo di governo. Difatti, dal titolare della Farnesina arriva il richiamo ad essere come i militanti dei 5Stelle della prima ora, evitando nuovi casi di cattiva condotta che negli ultimi tempi hanno creato qualche imbarazzo ai vertici dei pentastellati. Rischiano tutti coloro che non sono in regola con le restituzioni. Il direttivo dovrebbe riunirsi nei prossimi giorni e dovrebbe essere scelta la strada della mano pesante per i morosi. L'ultimo appello è partito a fine anno, la richiesta è quella di chiudere la vicenda dei rimborsi e di versare pure i 300 euro a Rousseau. In ogni caso il capo politico sottolinea che le indiscrezioni sul numero degli inadempienti non sono veritiere. "Non è vero che solo il 12% di noi è in regola" con le restituzioni - afferma -. C'è qualcuno che è in ritardo - ammette - ma vorrei che i giornali parlino anche quando applicheremo le sanzioni".

E rilancia sul Movimento: "Noi dobbiamo credere in quello che stiamo facendo, il 2020 sarà l'anno degli Stati generali, dobbiamo attrezzarci per diventare determinanti".

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