Cronache

Macché cavallo "obiettore". Tornasol forse era drogato

La Procura ordina un test antidoping sul baio che si è rifiutato di correre il palio di Siena

Macché cavallo "obiettore". Tornasol forse era drogato

Altro che cavallo «obiettore di coscienza» che «si rifiuta» di correre il palio di Siena per ragioni «etico-morali». La verità potrebbe essere molto diversa: addirittura stupefacente.

Il sospetto è infatti che dietro lo «stoico no» detto - anzi, nitrito - da Tornasol (in gara per la contrada della Tortuca) possa esserci, più che una bombatura di sano buonsenso, una bombatura di insane sostanze dopanti. Insomma, droga. Dinanzi alle immagini dell'agitatissimo baio che domenica scorsa si è rifiutato di allinearsi tra i canapi, tutti avevano parlato di un animale «stressato».

Ma «stressato» da cosa? Alla domanda ha deciso di rispondere la Procura di Siena ordinando di effettuare un prelievo di sangue sull'equino renitente alla corsa onde «chiarire le cause dell'episodio». Il test, effettuato immediatamente dopo il ritiro del cavallo, è stato confermato da un comunicato dalla stessa Procura senese: «Gli accertamenti ematici su Tornasol serviranno a verificare le cause della sua alterazione psico fisica accertata dal collegio veterinario». In parole povere si tratta di accertare se il cavallo dal pelo completamente nero era anche completamente drogato.

Risulterà, il fiero Tornasol, positivo alla caffeina, alla teofillina come accaduto l'anno scorso allo squalificato vincitore del palio di Fossano? In quel caso la coppia «tossica» (fantino più cavallo) fu costretta a restituire la coppa; Tornasol invece non dovrà restituire nulla, visto che al palio di Siena lui non ha partecipato: circostanza che però non è sufficiente per far finire la storia «in cavalleria».

I giudici non si fermano davanti a nessun ostacolo e ora galoppano lanciatissimi verso la risoluzione del mistero equino. Una svolta ippico-giudiziaria imprevista, ma poi neanche tanto: dinanzi all'adrenalinoco show «assenteista» di Tornasol non si poteva far finta di nulla. Il cavallo della Tartuca era tra i favoriti, ma per oltre un'ora (rigorosamente in diretta tv) si è rifiutato di allinearsi tra i canapi di piazza del Campo che segnano la linea di partenza della «carriera». Inutili tutti i tentativi del fantino, l'«espertissimo e plurivincitore del palio», Luigi Bruschelli, alias Trecciolino per gli amici contradaioli.

Alla fine, dopo una riunione della giuria si è deciso di applicare un articolo della gara che consente il ritiro del cavallo, una misura che pochissime volte è stata applicata nella secolare storia del palio senese. Alla fine il palio, che era dedicato alla Madonna di Provenzano si è disputato con solo nove contrade al via ed è stato vinto dalla Giraffa.

L'anno scorso, sempre la Procura di Siena, ha istruito un processo per maltrattamenti su alcuni cavalli del palio. La sentenze deve ancora essere emessa. Intanto la Cassazione ha precisato che per «maltrattamenti debba intendersi anche la somministrazione di sostanze dopanti finalizzata all'alterazione di competizioni sportive».

Tornasol come Ben Johnson.

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