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La madre dell'automobilismo italiano è un'icona di stile Che in Europa in un anno ha quasi triplicato le vendite

La madre dell'automobilismo italiano è un'icona di stile Che in Europa in un anno ha quasi triplicato le vendite

La madre dei fratelli Maserati aveva sempre paura quando li vedeva andare fuori con le loro «carrozze da corsa», tra la via Emilia e il mito, un secolo fa. E ogni volta faceva loro una raccomandazione favolosa, da mamma dolce e orgogliosa: « Ande' pian, quando correte» .

Dolce nel design e orgogliosa nella potenza, la Maserati è la mamma dell'automobilismo italiano: bella, elegante, sempre di corsa ma sempre di classe. Ha cento anni quest'anno. Auguri. Le dobbiamo molto, per come ci porta in giro per il mondo, in fatto di stile e di storia. E che storia.

Un secolo, sei fratelli, il Tridente, un'icona. Il secolo inizia nel dicembre 1914, a Bologna. I sei fratelli sono figli di un macchinista delle Regie Ferrovie di Piacenza: tutti meccanici, o progettisti, o corridori, o ingegneri. O artisti, come Mario, pittore, che disegnò il Tridente ispirandosi alla statua di piazza del Nettuno di Bologna, sintesi di forza e di grazia. E l'icona è quella di un marchio della creatività e del lusso che è partito dall'Italia e ha conquistato il mondo. Oggi sono 70 i mercati del pianeta: dall'Europa, dove adorano la «Ghibli», alla Cina, dove la «Quattroporte» è uno status symbol, agli Stati Uniti, dove sfreccia la «GranCabrio». Quando lo spot della Maserati Ghibli, diretto dal regista David Gordon Green e interpretato dalla bambina del film 12 anni schiavo Quvenzhané Wallis, è passato durante il Super Bowl dello scorso febbraio, per la prima volta un'auto disegnata, progettata e costruita in Italia è stata vista contemporaneamente da 110 milioni di spettatori. Il claim , con la colonna sonora di un motore V6 3.0 da 410 cavalli da brivido, recita: « Ci siamo preparati. Ora attacchiamo ». Tra mito e realtà. «È la versione contemporanea, in 90 secondi, del mito di Davide e Golia: la piccola Maserati che affronta i giganti dell'auto», spiega il General Manager di Maserati Europa, Giulio Pastore. «Quest'anno a livello Europa saremo attorno alle 6.500 vetture vendute, quando nel 2013 erano 2.400 e nel 2012 mille: un salto importante. E a livello mondo siamo a 35mila: l'obiettivo - col lancio del Suv Levante che sarà sul mercato alla fine del 2015 e al coupé Alfieri sviluppato partendo dal concept presentato a Ginevra quest'anno e che uscirà nel 2016 - è arrivare nel 2018 alle 70-75mila vetture vendute». Un altro successo.

E ne hanno macinati di successi e di ostacoli, su pista e su strada, le auto uscite dalla fabbrica Maserati, che cento anni fa si chiamava «Società anonima Officine Alfieri Maserati» ed era un capannone in località Ponte Vecchio, a Bologna, e oggi è nei tecnologici stabilimenti ex Bertone di Grugliasco, alle porte di Torino. Il Suv invece uscirà da Mirafiori Plant: da un'ex fabbrica di damigiane al polo dell'eccellenza di Torino, mentre cuore e testa dell'azienda, insieme alla produzione delle vetture più sportive, rimangono nell' headquarter di Modena. Da dove assicurano: «Aumentano le linee di produzione, ma la Maserati è sempre la Maserati, un connubio di sportività, performance, eleganza e design. È stato così per i primi cent'anni, e sarà così per i prossimi cento».

E all'inizio dei cent'anni fu la Tipo 26, sulla quale apparve per la prima volta il Tridente, e che vinse all'esordio la Targa Florio, con alla guida proprio Alfieri Maserati. Poi vennero il record mondiale di velocità di Borzacchini nel 1929 a 246 Km orari, i trionfi di Tazio Nuvolari nel 1933, poi le difficoltà finanziarie dei fratelli Maserati che nel '37 cedono le azioni dell'azienda alla famiglia Orsi, poi la prima vittoria italiana alla 500 Miglia di Indianapolis nel '39 bissata nel '40, poi gli anni d'oro di Manuel Fangio che nel '57 sulla leggendaria 250F porta nella Casa del Tridente il primo titolo mondiale di Formula 1, quindi le gimcane azionarie tra la Citroën, la De Tomaso e la Ferrari, fino a rientrare nei box del Gruppo Fiat. E siamo all'oggi. Anzi, a domani, quando arriverà la Maserati Alfieri, una coupé 2+2 «all'italiana» che riporta in auge la storica tradizione del marchio modenese nel settore delle Gran-Turismo. Dedicata, nel nome e nello spirito, a quell'Alfieri Maserati, morto a 96 anni, nel 1932, che era il viveur della famiglia: adorava le belle macchine, aveva un debole per la caccia, frequentava ristoranti e club alla moda. Un tipo perfetto anche per il nuovo corso Maserati che da qualche tempo è tornata a frequentare il bel mondo della moda, della cultura, dello spettacolo. In questo 2014 Maserati è stata main sponsor del Taormina Film Festival, della rassegna letteraria internazionale «Le Conversazioni», da New York a Roma fino a Capri, partner dello Yacht Club de Monaco, vettura ufficiale del David di Donatello e del Giffoni Film Festival, sponsor dell'Ischia Global Film festival... E in Costa Smeralda, per stare in tema glamour, quest'estate ha una vetrina nel Prestige Village portato da Harrods sul Molo Vecchio di Porto Cervo: 24 box esclusivi progettati dall'architetto Giò Pagani per i marchi più prestigiosi del mondo.

Piano piano, ne hanno corsa di strada i Maserati.

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