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La madre dello jihadista aiutata dal suo Comune Le pagherà l'affitto

La mamma del reclutatore Veapi riceverà 785 euro. Il figlio aveva il sussidio regionale

La madre dello jihadista aiutata dal suo Comune Le pagherà l'affitto

Veapi Ajahn è il macedone di 37 anni che il 26 febbraio scorso venne arrestato con l'accusa di terrorismo internazionale. Abitava a Tiezzo di Azzano Decimo, in provincia di Pordenone. Sarebbe lui il «Caronte» dell'imam del terrore: il predicatore Hussein Bosnic, detto Bilal, ora dietro le sbarre a Sarajevo. Il compito di Veapi era scovare aspiranti mujaheddin in tutto il Nordest e accompagnarli dall'imam per l'ultimo «esame», prima di partire per la Siria. E proprio lui, Veapi, percepiva, da due anni, 500 euro di sussidio dalla Regione. Se questo aveva già acceso le polemiche in Friuli, ora la madre del macedone, che vive nella casa di Azzano, ha chiesto e ha ottenuto il via libera per avere il contributo per l'affitto. Come riporta il Gazzettino, lei sarebbe destinataria di 785 euro. E a breve dovrebbe anche ricevere i soldi.

La notizia è stata lanciata in Facebook da un consigliere comunale d'opposizione di centro destra, Massimo Piccini. «Vi ricordate - scrive - i due bravi ragazzi macedoni (l'altro era Arslan Osmanoski, 30 anni, espulso il 21 maggio scorso ndr) reclutatori dell'Isis di Azzano? Vi ricordate che dopo la loro espulsione e arresto successe il finimondo perché percepivano sussidi pubblici? Sapete cos'è cambiato da allora ad adesso? Niente. Nessuno ha fatto niente. La politica non avrebbe dovuto vigilare?». Veapi, infatti, percepiva il sussidio regionale del fondo di solidarietà di disoccupazione ed era seguito dai Servizi sociali dell'Ambito assistenziale, quell' associazione di comuni che gestisce la Sanità. Era un ex muratore che aveva lavorato alla Bertolo di Fiume Veneto. Quando uscì lo scandalo del sussidio, si disse che Veapi ne aveva diritto sulla base di un tetto massimo di reddito di 8mila euro. Una misura assistenziale che era mantenuta anche nel caso in cui il beneficiario fosse stato sottoposto a indagine penale e che veniva sospesa in caso di arresto. Cosa che per lui avvenne. A incastrare il macedone, c'era anche un'intercettazione con la moglie: «Allora ha detto bene tua madre che tu sei l'organizzatore di tutto». La madre quindi, destinataria ora del contributo, sapeva. E il centrodestra parte all'attacco. «Vi pare giusto scrive sempre Piccini su Facebook - che la donna divenga beneficiaria di un assegno per l'affitto che le verrà erogato nei prossimi giorni dai Servizi sociali per 785 euro e 13 centesimi? Io dico che lo scandalo continua». La notizia viene confermata anche dall'esponente locale del Carroccio, nonché ex sindaco Enzo Bortolotti che durante la sua legislatura aveva varato un regolamento restrittivo, ora non più in vigore, di accesso ai contributi per gli extracomunitari. «Come ho detto più volte dice - non solo hanno preso i contributi i terroristi, anche la madre». La domanda della donna ha ricevuto il parere favorevole della Ambito territoriale e anche del Comune che eroga i soldi per conto della Regione.

Il sindaco di Azzano Decimo, Marco Putto eletto da una coalizione formata da Pd e liste civiche, conferma. «È vero - ha detto a il Gazzettino - la pratica di fatto è conclusa e ora il Comune dovrà rilasciare quel contributo attingendolo dai soldi della Regione. Se la donna ha diritto al bonus, lo deve ricevere».

Insomma soldi che finiscono nelle mani dei tentacoli dell'Isis e che risalgono pure l'albero genealogico.

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