Politica estera

Madrid choc: spari al fondatore di Vox

Vidal-Quadras colpito al volto in strada: è grave. La pista del conflitto sull'amnistia catalana

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È stato quasi certamente un killer professionista a sparare ieri in pieno giorno a Madrid al volto del 78enne Alejo Vidal-Quadras, tra i fondatori storici di Vox e nome altisonante della destra conservatrice iberica. L'agguato, che si è verificato nel centralissimo quartiere di Salamanca, arriva dopo le feroci proteste di piazza per l'accordo ormai imminente tra il premier socialista Pedro Sanchez e il leader catalano latitante Carles Puidgemont: di fatto la stretta di mano tra il Psoe e gli indipendentisti consentirà a Sanchez di restare al potere, ma con una stagione di fortissime tensioni sociali che si ingrossano nel paese, a causa di un vero e proprio voto di scambio che ha provocato un'ondata di proteste. «Condanniamo con fermezza l'attentato di Madrid. Chiedo agli inquirenti di trovare immediatamente il colpevole e speriamo che Aleix Vidal-Quadras recuperi presto» ha commentato il numero uni dei popolari, Alberto Nunez Feijòo, che si appresta a scendere in piazza domenica prossima per protestare contro l'accordo Sanchez-Puidgemont. Il leader del Pp ha chiesto un'indagine approfondita, mentre il capo di Vox, Santiago Abascal, ha detto che Vidal-Quadras è fuori pericolo, aggiungendo che è ancora troppo presto per speculare sull'attacco. Solidarietà anche dal gruppo ECR al Parlamento europeo che, con Nicola Procaccini, condanna fermamente il vile attacco: «Siamo sotto shock e ci sentiamo molto vicini ai nostri amici di Vox».

Difensore dell'unità nazionale messa in dubbio dalle politiche separatiste di Puidgemont, Alejo Vidal-Quadras è di fatto una bandiera dell'anticatalanismo spagnolo e punto di riferimento della destra patriottica e unitaria. Già vicepresidente del Parlamento Europeo nel Ppe tra il 1999 e il 2014, era stato a capo del Pp catalano, per poi criticarne le politiche e dare vita nel 2015 a Vox, da cui poi si era allontanato per divergenze con Abascal. È inoltre un esponente storico del conservatorismo spagnolo vicino a Israele e fortemente critico con Iran e con chi finanzia Hamas: passaggio che non fa escludere che la matrice possa essere anche questa e non quella catalanista o, quantomeno, potrebbe far muovere gli inquirenti su due piste contemporaneamente.

A differenza di Abascal, Vidal-Quadras non era scortato e nel momento dell'agguato passeggiava tranquillamente nel centro di Madrid, prima di entrare in auto. Il politico è stato ferito alla mandibola, con un foro di entrata e di uscita, e subito trasferito in gravi condizioni all'ospedale Gregorio Marañón. È stabile e cosciente e la sua vita non è in pericolo. Il killer, dopo aver fatto fuoco con una pistola calibro 9 mm, è salito su una moto Yamaha Nera guidata da un complice, per poi fuggire verso via Hermosilla. Nelle ore precedenti Vidal-Quadras aveva incontrato funzionari di Vox, per poi twittare tutta la sua contrarietà all'accordo Sanchez-Puidgemont: «La nostra Nazione cesserà di essere una democrazia liberale e diventerà una tirannia totalitaria. Noi spagnoli non lo permetteremo». Nel mezzo un paese dilaniato dallo strappo di Sanchez che, pur avendo perso le elezioni anticipate da lui stesso chieste, dopo tre mesi di impasse riesce a formare un governo grazie all'appoggio del partito separatista Junts, con la fiducia che potrebbe arrivare già la prossima settimana. Lo stesso che 6 anni fa voleva separare la Catalogna dal resto della Spagna. «Un colpo di Stato», ha tuonato Abascal. «Un attacco alla democrazia», ha attaccato Feijóo.

In tarda serata tensione davanti alla sede del Psoe, gli agenti i manifestanti per reagire al lancio di petardi e bengala.

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