Politica estera

Madrid, guerriglia e caos. Vox incendia la rivolta per l'amnistia ai catalani

Proteste contro il premier Sanchez che cerca l'appoggio indipendentista. Assalto alla sede Psoe: feriti e arresti

Madrid, guerriglia e caos. Vox incendia la rivolta per l'amnistia ai catalani

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Non va proprio giù alla piazza spagnola il «voto di scambio» tra Sanchez e Puidgemont e lo ha fatto sapere al mondo intero con una serie di manifestazioni. Il premier socialista uscente, sconfitto alle elezioni dai conservatori, ha comunque ottenuto il mandato per formare un governo contando sui voti del separatista catalano, al quale ha promesso l'amnistia. Per questa ragione le destre sono scese in piazza per esprimere dissenso per una pratica che, a parti inverse, sarebbe stata osteggiata da tutta Europa.

Secondo il numero uno di Vox, Santiago Abascal, è colpa del governo ad interim del premier Pedro Sanchez se ci sono state violenze a Madrid e ha assicurato che il suo partito «continuerà a sostenere tutte le proteste di resistenza pacifica contro i golpisti». Punta l'indice contro il ministro dell'Interno Fernando Grande-Marlaska, «in primo luogo perché questo è quello che volevano lui e Sanchez, con l'ordine di caricare e lanciare gas lacrimogeni contro i manifestanti pacifici e in secondo luogo perché intendono dare l'amnistia al terrorismo di strada». Abascal ha anche pubblicato un video dei manifestanti che si sono radunati davanti alla sede del Psoe: il bilancio degli scontri a Ferraz è di 39 feriti e sette arresti. Anche il Partito Popolare, che sta crescendo nei sondaggi, sarà in piazza a Madrid e in tutte le piazze dei capoluoghi di provincia domenica, per dire no ad una sorta di ribaltone. Il capo del Pp, Alberto Feijóo, chiede una mobilitazione pacifica: «Nella democrazia non c'è posto per la violenza e nemmeno per l'impunità» e rifiuta di ricevere lezioni da chi lavora affinché «gli atti violenti restino impuniti». Di fatto la sua piazza ha un duplice obiettivo: da un lato provare a raccogliere l'insoddisfazione degli indecisi e anche di qualche elettore socialista indignato per l'offerta a Puidgemont, e dall'altro attrezzarsi per eventuali seconde elezioni da tenersi dopo Natale se nella seduta di fine novembre Sanchez non ottenesse la fiducia in Parlamento. In quel caso ci potrebbe essere anche una quota rosa ad impensierire Feijóo, quella Isabel Ayuso che rappresenta il volto nuovo e maggiormente performante dei conservatori iberici.

«Sosteniamo le ragioni di chi protesta democraticamente per amore della propria patria dice al Giornale il capodelegazione di Fratelli d'Italia-Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza - Ciò che sta accadendo in Spagna è uno scandaloso voto di scambio, un tradimento dei principi costituzionali spagnoli, un attentato all'unità e all'integrità della nazione che ha l'unico obiettivo di mantenere al potere Sanchez e il suo governo di estrema sinistra. Bruxelles dovrebbe dire una parola contro questa vergogna». A oltre tre mesi dalle elezioni anticipate del 23 luglio scorso, dunque, il paese naviga a vista e in un mare di instabilità, anche a causa dell'assist che Sanchez ha rivolto ai dirigenti catalani protagonisti del fallito tentativo di secessione del 2017: parte politica a cui Sanchez ha promesso la riabilitazione, in cambio dei voti di fiducia in aula.

Questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso, dando il «la» alle manifestazioni.

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