Politica

Maggioranza compatta sulla soluzione G20 ma dividono i profughi

Domani riapre il Parlamento per ascoltare i ministri Guerini e Di Maio sull'Afghanistan

Maggioranza compatta sulla soluzione G20 ma dividono i profughi

La catastrofe afghana accelera la fine delle ferie per la politica italiana.

Il primo appuntamento ufficiale, in Parlamento, è per domani, quando le commissioni Esteri e Difesa ascolteranno le informative dei ministri Lorenzo Guerini e Luigi Di Maio. Il primo sta seguendo le operazioni di salvataggio in corso a Kabul, e ieri su Twitter ringraziava i militari italiani che le stanno attuando: «Giorni senza sosta per le Forze Armate impegnate in Afghanistan in una straordinaria operazione umanitaria di evacuazione. A loro il mio grazie personale e di tutto il governo. Un lavoro intenso, svolto in collaborazione tra Difesa, Esteri, Interni e Presidenza del Consiglio».

Di Maio, che si era fatto sorprendere dalla crisi mentre sguazzava allegramente nel mare di Puglia, ce la sta mettendo tutta per recuperare punti e mostrarsi sul pezzo. «Con il premier Mario Draghi lavoriamo alla convocazione di un G20 straordinario che avrà al tavolo anche Cina, India e Russia, attori cruciali in questo momento», fa sapere. Ieri sera il titolare della Farnesina è intervenuto (in collegamento) al Meeting di Rimini, difendendo da par suo l'Occidente e (chi l'avrebbe mai detto) la Nato: «Dobbiamo rafforzare la nostra alleanza occidentale, non metterla in discussione. Altrimenti ci indeboliamo tutti», ha avvertito. Ma bisogna anche «ragionare» sugli «errori» commessi, aggiunge: «Dopo vent'anni di presenza, il collasso repentino del governo afghano e delle sue istituzioni, sfuggito alle capacità di previsione della comunità internazionale, ci pone di fronte ad uno scenario drammatico. Dovremo interrogarci, per capire gli errori commessi dall'Occidente e dall'intera comunità internazionale». Ora però bisogna affrontare la fuga di massa da Kabul, e farlo insieme all'Europa: «La domanda di accoglienza di rifugiati e migranti di provenienza afghana è destinata ad aumentare. È urgente una risposta comune dell'Ue».

L'obiettivo di un G20 straordinario, perseguito da Draghi per trovare risposte alla crisi, sembra per una volta compattare tutta la maggioranza di governo: «L'impegno del premier perché il G20 diventi il luogo per evitare lo sfacelo mi pare fondamentale», dice il leader Pd Enrico Letta. Che poi aggiunge: «L'Italia deve dimostrare l'importanza dei valori umanitari, e quindi aiutare attraverso corridoi umanitari l'evacuazione del maggior numero di afgani che se ne vogliono andare, di bambini, di donne che rischiano la vita e il loro futuro».

Sull'accoglienza per chi fugge dalle persecuzioni, però, la politica italiana è destinata a spaccarsi, e le prime avvisaglie si sono già viste con gli altolà ai profughi di Salvini e Meloni. Ma non sarà l'unico argomento divisivo sul tavolo della ripresa, tanto più con le elezioni amministrative che incombono. Sul Green Pass il testimone della «resistenza» è passato dalle mani della destra melonian-leghista a quelle della Cgil, mettendo in difficoltà la sinistra che non ce la fa ad attaccare Landini come ha fatto con Salvini quando diceva le stesse cose. E che quindi si accanisce contro la Confindustria di Bonomi, rea di criticare la Cgil. Intanto, con la riapertura delle scuole che si avvicina e i prof no-vax, difesi dal sindacato, che se ne infischiano, si moltiplicano le voci che chiedono al governo di tagliare corto e introdurre l'obbligo vaccinale.

Scelta sacrosanta e auspicabile, che però rischia di provocare una guerra civile in Parlamento e nelle piazze.

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