Cronache

Il magistrato vandalo? Punito con un buffetto

Il sostituto Castaldi mise della colla nella serratura del vicino. Dal Csm solo un ammonimento

Il magistrato vandalo? Punito con un buffetto

Una condannina. Una macchiolina sul curriculum scintillante di sostituto procuratore generale a Genova. Ezio Castaldi, il magistrato che aveva riempito di colla la serratura di casa del vicino, chiude la partita con la sanzione dell'ammonimento. La punizione più lieve nella scala delle condanne disciplinari. Così hanno stabilito le sezioni unite civili della Cassazione confermando il verdetto del Csm. Castaldi, che a suo tempo aveva avuto un ruolo sia pure marginale nel sostenere l'accusa contro i poliziotti del G8, era stato protagonista di un episodio quasi incredibile: la vandalizzazione delle serrature di un condomino in un palazzo della Genova bene.

Cosa ci fosse sotto non è dato sapere: fatto sta che la vittima, esasperata da precedenti episodi, aveva tappezzato l'appartamento di telecamere. E in pratica aveva predisposto una trappola: aveva piazzato una telecamera ben visibile nel pianerottolo e un'altra, mimetizzata, nello spioncino della porta d'ingresso. E proprio il secondo occhio elettronico aveva documentato le performance della toga: la sera dell'11 agosto 2011 alle 23,10 Castaldi aveva cercato di oscurare con un sacchetto la prima telecamera, stando ben attento a non farsi notare; l'impresa era fallita ma lui non si era dato per vinto.

L'indomani aveva ricominciato ad armeggiare con un bastone, riuscendo infine a coprire la telecamera. A questo punto l'altro apparecchio l'aveva immortalato mentre vuotava il tubetto nella serratura e poi, già che c'era, pure nell'inseritore dell'allarme.

Di qui la denuncia che a Palazzo di Giustizia avevano provato invano a non far trapelare. Sul piano penale Castaldi se l'è cavata senza ammaccature: ha pagato la bellezza di 20mila euro, obiettivamente una cifra spropositata per quello che era successo, e l'altro ha ritirato la querela. Dal punto di vista disciplinare, invece, il collegio del Csm ha deciso per l'ammonimento. Una punizione soft, senza particolari conseguenze per la carriera, ma di cui almeno resta una traccia.

Certo, per l'opinione pubblica, che considera i giudici figure al disopra di ogni sospetto, le punizioni sono spesso troppo leggere. E questo a fronte di comportamenti che sembrano usciti dalla fantasia di un romanziere più che dalla realtà: dal giudice che ha fatto invecchiare per anni in una cassa, come bottiglie di vino, provvedimenti urgenti a quello che chiedeva l'elemosina in mezzo alla strada e all'altro ancora che ha cosparso di Nutella i bagni del tribunale.

Una collezione inimmaginabile di sciatterie, strafalcioni, errori, puniti il più delle volte con un buffetto.

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