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Di Maio: "Basta alleanze. Il Pd ci vuole portare al 2%"

Luigi Di Maio, in qualità di capo politico del M5S, ribadisce la sua contrarietà ad alleanze future con il Pd in vista delle Regionali in Calabria e in Emilia Romagna

Di Maio: "Basta alleanze. Il Pd ci vuole portare al 2%"

"Basta parlare di coalizioni". Dal Marocco il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in qualità di capo politico del M5S, ribadisce la sua contrarietà ad alleanze future con il Pd in vista delle Regionali in Calabria e in Emilia Romagna, dove si voterà il 26 gennaio prossimo.

"È un dibattito che sta anche stancando gli italiani, si parla di coalizioni, di accordi, io credo che dobbiamo concentrarci sugli obiettivi. Se dobbiamo parlare di qualcosa a gennaio 2020, parliamo dell'acqua pubblica", rilancia Di Maio rispondendo alle critiche avanzate da Pier Luigi Bersani sull'opportunità o meno che i grillini corrano da soli in Emilia. Dopo la finanziaria, infatti, in Parlamento arriva la discussione sulla legge sull'acqua pubblica ed è su questo che chiede: "Sono d'accordo le altre forze della maggioranza?".

Il nodo cruciale, però, è l'esito del voto nell'Emilia Romagna tradizionalmente 'rossa' che il Pd rischia di vedersi scippare dall''onnivoro' Matteo Salvini. Una sconfitta farebbe precipitare il governo in una ulteriore crisi e pertanto sia il segretario del partito Nicola Zingaretti sia il ferrarese Dario Franceschini stanno spingendo perché i Cinque Stelle sostengano il governatore uscente, Stefano Bonaccini. Nelle ultime ore, si legge su Repubblica, Massimo Bugani, consigliere comunale a Bologna e membro dell'associazione Rousseau, aveva anche proposto di non presentare una lista in Emilia. Considerato il pessimo risultato ottenuto in Umbria, però, Di Maio non vuol proprio sentirci da quell'orecchio, sempre più convinto che il Pd voglia "trasformare il Movimento in un partito del 2 per cento", si legge nel retroscena de La Stampa. E ancora: "Non possiamo lasciare che ci facciano diventare quello che fu il Nuovo centrodestra di Alfano per i governi di Renzi prima e di Gentiloni poi", dicono i vertici del M5S.

Insomma, stavolta l'alleanza col "partito di Bibbiano" pare essere molto in salita.

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