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Di Maio incoronato dal nulla: solo 1 su 5 ha votato per lui

Quasi 31mila preferenze su 140mila attivisti iscritti Fa flop pure l'affluenza. Fico (presente) non applaude

Di Maio incoronato dal nulla: solo 1 su 5 ha votato per lui

Nessuna sorpresa. L'agnello sacrificale è stato servito a Beppe Grillo e alla ditta Casaleggio&Co. Luigi Di Maio, a 31 anni, è il candidato premier per il M5s e il nuovo capo politico del Movimento. Una testa di legno da mandare verso il bagno di sangue elettorale comoda a Grillo per non sporcarsi più le mani.

Il popolo della rete (quei pochi che hanno votato regolarmente), lo ha incoronato con l'83% dei voti, 30.936: uno su 5, dei 140mila iscritti. Una buffonata camuffata da plebiscito bulgaro. Una vittoria fasulla: fallito alla grande l'obiettivo sbandierato dei 100mila click. L'asticella si è fermata a 37.442 votanti: appena il 26%, uno su quattro. Ma alle 19 Grillo è uscito in pompa magna sul palco della Fiera di Rimini con la busta in mano.

«Una suspense incredibile», ride davanti al notaio «improbabile» e definisce Di Maio «un detonatore». «Porterò avanti questo compito con disciplina e onore commenta l'incoronato in un brodo di giuggiole - L'Italia deve scegliere se continuare a sopravvivere o se cominciare a vivere. Cercherò le migliori competenze ed energie di questo Paese a servizio di questo progetto per una squadra di governo di cui essere orgogliosi per la prima volta». «Ora il capo politico avrà un altro indirizzo che non sarà più casa mia lo scimmiotta Grillo tutte le denunce...». Anche se si rimangia la promessa di far largo ai giovani: «Ci sarò, non ne posso uscire, ce l'ho dentro come dna. Sarò sempre con voi». Ne ha anche per Berlusconi «che mi chiama buffone, ma anche lui era stato definito un buffone. Ora giudichiamo chi dei due è il buffone falso!». Per poi mettersi a fare quello che sa fare meglio: lo showman, intonando un pezzo blues «I have seen the light» con una catena gonfiabile al collo. «Ho veduto una luce e ho sentito una voce che parlava di pace, con un tono feroce». «Mi hanno detto che sono 98% europeo e 2% africano, speriamo sia dalla cintura in giù». Almeno fa ridere.

La corona di Di Maio invece passa dai veleni. Sette comparse (sei ex consiglieri comunali o municipali e una senatrice, Elena Fattori che ha raccolto il bottino di 3.596, ultimo Domenico Ispirato con appena 102 voti, lo 0,31%) contro il prescelto. L'hacker Rogue0 ha rovinato il sonno ai vertici del movimento. Lo ha fatto con un tweet venerdì notte dove ha annunciato di avere votato decine di volte. Ma Grillo smentisce: «La votazione si è svolta in regolarità e nessun voto è stato manomesso».

Sul palco per festeggiare c'erano tutti, o quasi. Alessandro Di Battista, che sta per diventare papà, ha mandato un video e già alle 17,30 era sicuro del nome del vincitore: «Ringrazio Luigi che si è caricato il movimento sulle spalle, Beppe che è un patriota e Gianroberto ovunque esso sia. Candidarsi a premier non è mica obbligatorio. Ritengo che libero da ruoli possa dare di più al movimento. Le proveranno tutte per fermarci ma smettiamo di nominarli. Lasciamo Renzi nell'oblio della sua immoralità e a Berlusconi voglio dire che non è vero che noi non portiamo contenuti. Noi non portiamo detenuti! Uniti li possiamo destituire tutti».

Alla fine è venuto anche «Fico il terribile» (che però non applaude Di Maio). «Sono stato io a decidere di non parlare, nessuno me lo ha impedito». In verità a Rimini ha avuto una lunga trattativa, prima dell'investitura di Di Maio, con Grillo e Davide Casaleggio, giungendo ad un accordo sul «capo politico». «I problemi si risolvono», ha detto. Poi ha rassicurato i militanti: «Andiamo avanti, io non vi lascio». Via libera anche all'intervento sul palco? «È una sorpresa». Che ci fossero spiragli di riconciliazione si era capito quando Grillo lo aveva definito «un romantico», permettendogli, se avesse voluto, di parlare. Invece Fico è stato zitto. Ma gli scettici lo denigrano: «È stato Grillo a non volerlo, non c'è nessuno che possa dire no a Grillo che sia ancora dentro il Movimento». Il solito modo dittatoriale del M5s per isolare chi la pensa in un altro modo. Rimproverano a Fico di non essersi esposto, di non aver accettato di sfidare Di Maio per paura di perdere. Ma lui si è sfilato per non farsi umiliare dal collega predestinato.

Perché nel M5s uno vale uno, ma se lo vuole Grillo.

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