Elezioni Politiche 2018

Di Maio presenta la lista dei ministri a Mattarella

Luigi Di Maio invia per email a Mattarella la lista del suo governo M5S prima che venga incaricato. Gentiloni: "Surreale"

Di Maio presenta la lista dei ministri a Mattarella

Dopo essere saliti al Quirinale - rompendo ogni protocollo - con la lista dei ministri di un eventuale governo a guida 5 Stelle, i grillini ora preferiscono la comunicazione via email "per cortesia istituzionale".

Già, perché a pochi giorni dal voto, Luigi Di Maio ragiona già come se avesse vinto le elezioni e incaricato di formare il prossimo esecutivo, oltre che ad avere la maggioranza all'interno del Parlamento. Così ha preparato la sua squadra: un governo di tecnici formato da "personalità a disposizione del Paese". Ma dopo le polemiche per l'incontro con il segretario generale Ugo Zampetti, stavolta il capo politico del M5S ha ben pensato di non destare ulteriore clamore.

Così la decisione di non tornare - come annunciato - da Sergio Mattarella, ma di inviare una email con tutti i nomi scelti nel caso il Capo dello Stato lo nomini premier. Lista che poi sarà presentata ufficialmente giovedì a Roma.

Anche se alcuni nomi sono già stati annunciati. Come il generale Sergio Costa all’Ambiente e Lorenzo Fioramonti all'Economia.

Oggi - racconta il Corriere - Di Maio farà altri tre nomi: Pasquale Tridicoal ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, Alessandra Pesce al ministero dell’Agricoltura e Giuseppe Conte al ministero della Pubblica amministrazione della deburocratizzazione e della meritocrazia.

Ma non solo: le mire dei 5 Stelle si spingono anche sugli scranni più alti di Camera e Senato. Al punto che sono già pronti a indicare Danilo Toninelli o Gregorio De Falco per la presidenza di Palazzo Madama e Emilio Carelli o Roberto Fico per quella di Montecitorio.

"Siamo in questo festival surreale di proposte miracolose", attacca intanto Paolo Gentiloni, "Per la prima volta c'è un governo ombra che si presenta prima delle elezioni".

Al momento comunque si tratta solo di nomi e scenari ipotetici buoni solo per la campagna elettorale.

Perché per il momento, garbo istituzionale a parte, Di Maio può fare i conti soltanto con le urne.

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