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Di Maio punisce Autostrade Ma a pagare sono gli italiani

Toninelli insiste: "Cancelliamo la concessione". Ed è lite con la Lega. Intanto il titolo Atlantia perde il 3% in Borsa

Di Maio punisce Autostrade Ma a pagare sono gli italiani

La possibile revoca delle concessioni ad Autostrade spacca ulteriormente il governo gialloverde ma, soprattutto, produce un danno ai risparmiatori perché ieri Atlantia, la holding dei Benetton che controlla la società, ha perso il 3,2 per cento a 22,17 euro.

L'indirizzo del Movimento 5 Stelle, infatti, è di procedere al ritiro di tutte le concessioni in mano ad Autostrade per l'Italia (Aspi). Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha spiegato che «ci sono tutte le condizioni per un grave inadempimento sia per quanto riguarda gli obblighi giuridici di custodia del bene dato in concessione sia l'obbligo di restituzione: M5s ritiene che, essendo venuto meno totalmente il rapporto di fiducia, questo debba portare ad una evidente revoca della concessione perché le relazioni fanno capire come il modello manutentivo applicato al ponte Morandi a Genova sia lo stesso applicato su tutti i 3mila chilometri» in concessione ad Aspi, ndr)». Si tratta di una replica piccata al comunicato diffuso ieri mattina da Aspi dopo le indiscrezioni sulla relazione tecnica degli esperti indicati dal ministero. Secondo Autostrade, infatti, la revoca comporterebbe l'indennizzo/risarcimento fino alla scadenza della concessione stessa (20 miliardi fino al 2042). «Il concessionario ha un potere enormemente superiore rispetto al potere dello Stato», ha sottolineato Toninelli aggiungendo che tale clausola «è illegittima e incostituzionale, per noi non esiste». Nelle prossime settimane, ha concluso, «costruiremo il percorso che chiude il procedimento amministrativo: ci sarà un mio decreto e del ministro Tria e si vedrà cosa si potrà fare, senza nessun caos». In realtà, la revoca farebbe leva sul fatto che Autostrade restituirebbe i beni in concessione non allo stato dell'arte. L'accusa è singolare considerato che i Benetton sono stati estromessi per volontà politica dalla ricostruzione del Ponte Morandi cui avevano dato ampia disponibilità.

I pentastellati hanno perciò fatto leva sull'emotività dell'opinione pubblica additando le responsabilità di Aspi dopo la diffusione del nuovo video del crollo da parte della Procura di Genova. «Non è possibile affermare che il crollo sia stato determinato dal cedimento dell'attacco degli stralli», ha ribattuto Aspi sulla base delle perizie di parte ribadendo di aver sempre adempiuto agli obblighi di manutenzione. «Su Autostrade e Benetton, chi ha sbagliato deve pagare, caro e fino in fondo, ma non devono andarci di mezzo migliaia di lavoratori o di piccoli risparmiatori italiani che non hanno colpe. Come per Ilva e Alitalia, non devono essere i lavoratori a pagare per errori di altri», ha risposto Matteo Salvini che aveva pure lasciato il Consiglio dei ministri dopo aver appreso dell'assenza del suo alter ego. «Non difendo nessuno. Io prima voglio vedere le carte e, soprattutto, penso una cosa: quando si dice no a qualcuno, voglio vedere qual è l'alternativa. Io continuo a dire: il tempo dei no deve finire», ha ribadito il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco centinaio.

«È difficile prevedere cosa accadrà con un eventuale ritiro della concessione visto che non è mai successo prima: ci sono clausole per cui il personale dovrebbe passare alla nuova società subentrante ma stiamo parlando di 4-5mila lavoratori quindi siamo preoccupati», hanno riferito fonti sindacali fonti sindacali. «L'idea che una grande azienda come Atlantia che dà da mangiare a migliaia e migliaia di lavoratori venga trattata come il governo sta facendo in queste settimane mi pare incredibile; il ministro Luigi Di Maio si dovrebbe preoccupare più delle crisi aziendali, non di mettere in crisi le aziende», ha commentato Renzo Varagnolo, segretario regionale della Filt Cgil del Veneto.

I lavoratori non stanno con il Movimento.

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