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Di Maio: "Renzi come Pinochet" e il Pd insorge

Il grillino Luigi Di Maio attacca il premier Renzi: "l referendum di ottobre, novembre o dicembre (ci faccia sapere la data, quando gli farà comodo) lui stesso lo sta facendo diventare un voto sul suo personaggio che ha occupato con arroganza la cosa pubblica, come ai tempi di Pinochet in Cile"

Di Maio: "Renzi come Pinochet" e il Pd insorge

“Non è un Presidente del Consiglio ma il più grande provocatore del popolo italiano, un Presidente non eletto, senza alcuna legittimazione popolare, che sorride mentre le persone soffrono. Il referendum di ottobre, novembre o dicembre (ci faccia sapere la data, quando gli farà comodo) lui stesso lo sta facendo diventare un voto sul suo personaggio che ha occupato con arroganza la cosa pubblica, come ai tempi di Pinochet in Cile. E sappiamo come è finita”. Luigi Di Maio infiamma il dibattito politico con lungo post su Facebook in cui paragona il premier Matteo Renzi ad Augusto Pinochet, il dittatore cileno che uscì di scena nel 1990 dopo aver perso il referendum sulla sua persona.

"I suoi comizi sono diventati un problema di ordine pubblico. Le feste de l'Unità, quando le frequenta lui, diventano Fortknox. Mentre lui arringa poche centinaia di persone sulle ragioni - meglio chiamarle bugie - del Sì, il suo Ministro dell'Interno fa manganellare i cittadini, fa allontanare chi sostiene il No ed il tutto viene oscurato sistematicamente dai direttori dei TG che ha appena nominato”, attacca ancora Di Maio che vede “un’escalation di tensione” in atto in vista del referendum e annuncia la sua presenza al programma Politics, dove sarebbe dovuto andare la settimana scorsa, salvo, poi, disdire all’ultimo.

Il Pd, soprattutto i fedelissimi renziani, insorgono contro le sue parole. "L'ex candidato premier dei cinque stelle, Di Maio, scaricato dai suoi per colpa del suo silenzio sui guai della giunta Raggi, farebbe bene a occuparsi delle sue grane, a leggere con attenzione la posta, a studiare bene il passato”, ha attaccato Ettore Rosato, presidente dei deputati Pd invitando il grillino a lasciar stare “paragoni indecenti, provenienti da lezioni di storia appiccicaticce e fatte di luoghi comuni”. Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, solitamente silenzioso, stavolta interviene via Twitter, scrivendo: “Attaccare il premier è legittimo. Paragonare l'Italia a una dittatura è squallido. #dimaio, un piccolo uomo". Il senatore renziano Andrea Marcucci ironizza anche lui via tweet. “Non sa leggere le mail e parla a vanvera di Pinochet. Ma poi Luigi Di Maio lo sa dove si trova il Cile?", scrive sottolineando l’errore iniziale di Di Maio che aveva scritto Venezuela al posto di Cile. Ernesto Carbone della segreteria del Pd, invece, commenta: “Il povero Di Maio deve essere ancora stordito, dopo aver faticosamente compreso il vero significato dell'e-mail sulla Muraro.

È evidente che in questo momento non è in grado di distinguere una dittatura sanguinaria come quella di Pinochet da un governo che si regge su una maggioranza parlamentare, così come prevedono le leggi della nostra Repubblica".

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