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Di Maio ricicla un altro amico del Giglio magico

Dopo il premier Conte, il neoministro sceglie un capo di gabinetto vicino alla Boschi

Di Maio ricicla un altro amico del Giglio magico

«Cambieremo l'Italia». Ma i premier e i grandi burocrati che guidano i ministeri meglio riciclarli, persino dal giglio magico renziano. È successo con Conte, succede anche al ministero dello Sviluppo Economico dove il nuovo ministro Di Maio si sarebbe scelto come suo capo di gabinetto al Mise una vecchia conoscenza dei palazzi romani, Vito Cozzoli. Attualmente alla Camera dei deputati come responsabile della sicurezza, Cozzoli è stato il deus ex machina del ministero dello Sviluppo Economico all'epoca di Federica Guidi, l'ex ministra costretta a dimettersi per il caso Tempa Rossa. Il barese Cozzoli, vicino alla Boschi, era riuscito a costruirsi un suo sistema di potere al Mise, «al punto di essere lui considerato il ministro ombra» scrisse Dagospia. A mancarlo via dal ministero fu Carlo Calenda, che lo ricorda con un tweet di fuoco: «Governo del cambiamento. Il mio primo atto da ministro fu mandare via Vito Cozzoli capo di gabinetto della Guidi. Vicinissimo all'allora giglio magico, non fu operazione politicamente facile. Rientra in pompa magna come capo di gabinetto di Di Maio. Siamo un paese di Gattopardi».

Ma sempre dal giglio magico Di Maio ha pescato anche Giuseppe Conte, nientemeno che il presidente del Consuglio del suo governo. È stato Augusto Minzolini sul Giornale a riportare lo stupore di Matteo Renzi quando ha saputo il nome su cui puntavano i grillini per Palazzo Chigi: «Conte? L'amico di Maria Elena Boschi?». Conte è un fiorentino di adozione, perché lì insegna Diritto privato, e a domanda di Floris sulle sue posizioni politiche non nascose di avere un cuore che «ha sempre battuto a sinistra», dalle parti del Pd della Boschi probabilmente.

Il riciclo è inevitabile per i grillini, privi di classe dirigente e ora alla prova del fuoco di governo. Lo stesso braccio destro di Luigi Di Maio, il suo consigliere più fidato ovvero Vincenzo Spadafora, è un uomo dal passato politico ricco di frequentazioni. Dall'Udeur di Mastella al verde Alfonso Pecoraro Scanio di cui è stato segretario particolare, poi a Rutelli ministro per i Beni culturali che lo mette a capo della sua segreteria. Ma riesce a piazzarsi anche con il centrodestra, intessendo relazioni che poi si traducono in poltrone (quella di garante per l'infanzia) fino agli intrecci più ambigui col Vaticano (la vicenda Balducci-Anemone).

All'opposizione va bene tutto, ma al governo meglio l'usato sicuro.

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