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Di Maio sequestra Salvini e detta l'agenda del governo

Il grillino si atteggia a capo, sconfina su migranti e rimpatri. E vuol vietargli di parlare con Berlusconi

Di Maio sequestra Salvini e detta l'agenda del governo

«Sono deluso dal decreto sicurezza bis perché non c'è niente sui rimpatri, noi siamo pronti a dare una mano al ministero dell'Interno, Non può essere colpa sempre degli altri, suvvia. E mi riferisco ai rimpatri. Questa è un po' la scusa dell'alunno che non ha fatto i compiti a casa». Luigi Di Maio ieri ha lanciato una serie di nuovi sferzanti attacchi al suo alleato di governo Matteo Salvini incalzandolo sul dl che il leader del Carroccio vorrebbe portare in Consiglio dei ministri la prossima settimana.

«Il tema non sono gli arrivi, che abbiamo fermato grazie alle politiche migratorie, non vorrei che il decreto sicurezza fosse l'ennesima iniziativa per coprire il caso Siri e per coprire quello che è successo sulla corruzione in queste tre settimane», ha aggiunto continuando con la pesante ironia sulla defenestrazione del sottosegretario indagato per corruzione ma ancora non rinviato a giudizio in barba a qualsiasi garantismo. «Non vedo grosse novità sui rimpatri che sono invece il tema centrale della questione», ha chiosato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo concludendo con una nota minacciosa. «Leggo di alcune telefonate di alcuni esponenti leghisti per tornare con Forza Italia, alla Lega dico: Siate coerenti con il contratto di governo e votate la nostra legge sul conflitto di interessi», ha concluso. «La gente chiede meno tasse», replica in serata il titolare del Viminale.

Il senso di queste dichiarazioni è ben preciso: Salvini può considerarsi «sotto sequestro» del Movimento 5 Stelle. Da una parte, il premier Conte che nell'intervista a El País ha di molto ridimensionato l'apporto del Capitano alla compagine di governo e che sulle questioni dirimenti si è sempre schierato con i pentastellati. Dall'altra parte, un Di Maio sempre più riottoso che vuole incidere sempre più sull'agenda politica e, in tandem con le Procure, mette in calendario conflitto di interessi e nuove norme anticorruzione e impone ai leghisti di mordere il freno su Tav e flat tax.

Quel che è peggio è che Di Maio sta pian piano anche assumendo prerogative che spetterebbero al titolare del Viminale. Ad esempio, ieri il vicepremier Cinque stelle si è recato all'ospedale Santobono di Napoli per salutare la piccola Noemi, rimasta gravemente ferita durante la sparatoria della scorsa settimana e ora in fase di miglioramento. «Sono a qui a chiedervi scusa a nome dello Stato perché queste cose non dovrebbero accadere - ha detto Di Maio ai genitori della bambina - e vorrei ringraziare i medici e le forze dell'ordine per il loro servizio».

Salvini, ovviamente, non poteva non replicare a questa serie di attacchi, ma ha cercato comunque di adottare un profilo zen. «Se uno è deluso, proponga qualcosa», ha risposto all'altro vicepremier ribadendo che «nel decreto ci sono un sacco di provvedimenti a tutela delle forze dell'ordine per limitare ancora di più l'immigrazione clandestina». Insomma, se Di Maio «ha delle idee le dica, io sto sentendo tanti no però con i no non si va da nessuna parte», ha tagliato corto riferendosi agli stop pentastellati alle varie proposte leghiste. Berlusconi? «L'ho sentito per fargli gli auguri di buona salute, spero che Di Maio non polemizzi anche quando qualcuno augura in bocca al lupo a uno che è ricoverato in ospedale, perché altrimenti saremmo veramente all'asilo Mariuccia», ha poi precisato. È ormai chiaro, però, che rafforzare il dialogo con il Cavaliere sia per Salvini una necessità visto che a Palazzo Chigi non ci sono tanti spiragli per portare avanti i punti programmatici qualificanti.

Un'analisi condivisa sempre più all'interno del Carroccio.

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