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Di Maio teme il golpe Torna e affianca Grillo con i parlamentari M5s

Blitz del comico: «I fuoriusciti? Non posso convincerli a restare». E blinda il patto col Pd

Di Maio teme il golpe Torna e affianca Grillo con i parlamentari M5s

Altro che Team del Futuro. L'unico vero facilitatore è lui, Beppe Grillo. Così il Garante ha preferito venire di nuovo a Roma. Due blitz in meno di un mese. Prima l'incontro del 23 novembre, con tanto di video insieme al capo politico Luigi Di Maio per blindarlo. Adesso la missione è quella di blindare il governo giallorosso dalle possibili fughe dei grillini verso la Lega. In agenda due vertici, al Senato prima, e in serata alla Camera dove era presente anche Di Maio di ritorno precipitosamente dalla Libia.

Un mese fa l'endorsement di Grillo per il capo politico è stato frutto più della contingenza che della convinzione. E della mancanza di alternative valide. Perciò, al momento, l'obiettivo del fondatore è quello di mantenere lo status quo. Resistere con Di Maio per far andare avanti il governo. L'incubo, infatti, è un passaggio in massa di senatori al Carroccio. Una situazione al limite, che porterebbe i vertici persino a tollerare la formazione di componenti autonome all'interno del Misto, a patto che gli scontenti sostengano il governo Conte.

La giornata del Garante è stata fitta di impegni. I dossier sul tavolo sono tanti. C'è il caso del senatore Gianluigi Paragone, che non ha votato la fiducia sulla manovra e ha disconosciuto Di Maio come capo politico. Molti parlamentari hanno chiesto a Grillo e Di Maio di espellere il dissidente. Tra di loro il più duro è stato il deputato Riccardo Ricciardi, vicino a Roberto Fico, che in una nota ha chiesto a Paragone di lasciare il Parlamento. Il senatore non era presente all'incontro con Grillo ed è stato deferito ai probiviri. «Non sono qui per rasserenare, non posso convincere nessuno a restare», ha detto Grillo uscendo dall'Hotel Forum.

A Roma si è visto anche Davide Casaleggio, seduto di fianco a Grillo durante la presentazione del Piano nazionale innovazione al Tempio di Adriano per ascoltare il premier Giuseppe Conte. Alla fine ciè stata una stretta di mano tra Conte e il Garante. Poi via verso il vertice in Senato, senza Di Maio ancora in viaggio. Tutto mentre i senatori si lamentavano con discorsi di questo tipo: «Per capire quello che ci dirà Grillo serve la palla di vetro, dato che non sappiamo nulla». Applausi in sala all'entrata del fondatore. Discorso appassionato sul futuro e sulla necessità di «portare il Pd sui temi del M5s». Sullo sfondo le critiche dei parlamentari sui facilitatori, visti come «il cerchio magico di Di Maio e Casaleggio». Polemiche pure sulla scollatura tra chi ricopre ruoli di governo e la massa degli eletti. All'uscita da Palazzo Madama Grillo ha detto: «Mi ero perso delle cose bellissime». Sul caos in Senato ha smorzato, rispondendo così a chi gli chiedeva se avesse tranquillizzato i senatori: «Sono loro che hanno tranquillizzato me».

Alla Camera, invece, il Garante si è trovato di fronte a una sala semideserta. A quanto apprende Il Giornale, erano presenti meno della metà dei deputati. Cosa che non è bastata a far perdere al comico il gusto della battuta, diretta a Casaleggio: «Al Senato ti ho difeso - ha scherzato - perché poi su certe cose sei indifendibile». Quello che doveva essere un vertice è proseguito con una sfilza di gag da showman e un consiglio ai deputati: «sfogatevi!». E i parlamentari si sono sfogati sul serio. Come al Senato, nel mirino ci sono «la poca collegialità» (vedi Team del Futuro) le invasioni di campo di Rousseau, la comunicazione, il ruolo del capo politico. A Grillo tocca difendere tutti: «Casaleggio è capace e onesto», e Di Maio: «Non c'è una persona come lui, in grado di fare le cose che fa lui. Di stare in Libia e poi venire qui a vedere se dico cazzate».

Dura la vita di Beppe il facilitatore.

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