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Di Maio tradisce gli anti Casta Ora corteggia i poteri forti

Domani al Forum di Cernobbio: "Se vogliamo governare dobbiamo farci conoscere". La strategia di Casaleggio jr

Di Maio tradisce gli anti Casta Ora corteggia i poteri forti

È un po' come la storia della volpe e l'uva. Prima li corteggiano, poi li criticano. E, a differenza della bestia protagonista della favola di Esopo, i grillini coi cosiddetti «poteri forti» ci riprovano sempre. L'ultimo abboccamento vede protagonista Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e candidato premier in pectore del Movimento Cinque Stelle. Scrive il leaderino M5s su Facebook: «Domenica mattina sarò a Cernobbio per il Forum Ambrosetti. Non è affatto una tappa obbligata, come qualcuno ha scritto, semplicemente sono stato invitato, ho valutato se andare o meno e ho accettato». Poi continua, in politichese spinto: «Un Movimento che si candida a governare il Paese deve farsi conoscere, deve raccontare all'esterno l'idea di Italia che intende realizzare, non può commettere l'errore di rimanere chiuso nel proprio guscio per paura di contaminarsi, invece di far circolare e affermare, con autorevolezza e indipendenza, le proprie idee». E quindi per non deludere troppo gli elettori anti-casta Di Maio se la cava così: «Pubblicherò il contenuto integrale del mio intervento su questa pagina Facebook».

Gli ortodossi vicini all'altro leader minimo Roberto Fico e alcuni padri nobili come il giudice Ferdinando Imposimato e lo storico Aldo Giannuli già hanno bocciato Di Maio, parlando di «tradimento dei valori fondanti del Movimento Cinque Stelle». Ma, appunto, l'intervento del vicepresidente della Camera a Cernobbio è solo l'ultimo tentativo di accreditamento. Gianroberto Casaleggio, il guru e fondatore del Movimento, era stato ospite del Forum Ambrosetti la prima volta nel 2013, replicando l'anno successivo. Peccato che la riunione annuale di Cernobbio, sempre nel 2014, era stata definita dai deputati Carlo Sibilia e Paolo Bernini come «il Bilderberg italiano». Ma nulla da fare, evidentemente il flirt coi poteri forti è un vizio di famiglia. Infatti il rampollo Davide Casaleggio, dando retta ai pettegolezzi interni al M5s, è diventato a tutti gli effetti «l'ambasciatore» del grillismo nei circoli che contano.

Un personaggio così strategico da potersi permettere di fondare un think tank tutto suo, naturalmente intitolato al padre Gianroberto. L'evento di Ivrea del 28 aprile scorso avrebbe dovuto segnare il passaggio: «Non siamo soltanto populisti urlanti, ma Movimento di governo». Con tutte le entrature giuste. Manager (Fabio Vaccarono di Google Italia) imprenditori, professionisti e gli «odiati» giornalisti. Un esempio su tutti: Enrico Mentana, la star delle maratone di La7. Ora però l'associazione sembrerebbe in una fase di stallo. Sul sito e sui profili social non ci sono notizie di nuovi eventi. E i comunicatori della Casaleggio continuano a rilanciare i video girati a Ivrea, più di quattro mesi fa. E pensare che Giannuli al lancio della fondazione non nascondeva l'entusiasmo e si auspicava «nuovi incontri», forse durante l'estate. Tornando a Di Maio, non bisogna dimenticare la trasferta all'università di Harvard del maggio scorso. Il vicepresidente della Camera era stato invitato da un gruppo di studenti «europei ed europeisti». Di Maio anche lì si era beccato i fischi, con una contestazione senza appello: «Viene qui e non ha neanche una laurea», gli avevano gridato contro. Però il finanziatore e principale sponsor di quel convegno sulla democrazia diretta era la fondazione Ford, associazione «filantropica» da sempre al centro delle teorie complottiste sul «nuovo ordine mondiale». Boh, magari per una volta aveva ragione Luigi De Magistris. L'ex magistrato e sindaco «arancione» di Napoli, nel settembre del 2012 disse: «Dietro Grillo c'è un coagulo di poteri forti».

Sì, proprio un'altra volpe.

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