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Di Maio tradisce il suo parroco: "Dopo l'elezione Luigi è sparito"

A Pomigliano

Di Maio tradisce il suo parroco: "Dopo l'elezione Luigi è sparito"

Napoli - La riconoscenza è il sentimento del giorno prima, si dice. E, malgrado sia evangelicamente attrezzato a fronteggiare i sentimenti d'ingratitudine del genere umano, don Peppino Gambardella non nasconde, agli amici e ai fedeli che in questi giorni gli sono vicini, una certa delusione.

Deluso da chi, a dieci giorni dall'allarme lanciato dal pulpito, non ha trovato pochi secondi per telefonargli e portargli aiuto. È rimasto senza soldi, don Peppino, parroco comunista di Pomigliano d'Arco e simpatizzante pentastellato della prima ora. Non lui personalmente, ma il suo fondo di solidarietà. Una piccola provvista finanziaria che consente alla chiesa, dov'era di casa fino a poco tempo fa Luigi Di Maio, di aiutare le famiglie in difficoltà del comprensorio vesuviano.

Con poche migliaia di euro, don Peppino che a marzo si espose in prima persona per portare il verbo grillino nelle case dei concittadini arrivando a farsi fotografare sul sagrato della parrocchia con un cartello che auspicava la nomina del giovane Luigi a premier (c'è andato vicino, oggi è vice) soccorreva chi aveva bisogno. E ne sono tanti, in effetti.

Da un paio di settimane, il fondo però è al verde. Il parroco comunista ha chiesto in giro un contributo, un sostegno: «Datemi una mano»; ma pochi hanno raccolto l'invito.

Non si sono fatti sentire Luigi Di Maio né i suoi pretoriani pomiglianesi né quelli che gravitano attorno al mondo grillino, e non è possibile immaginare che non siano a conoscenza del problema perché il parroco non è tipo da stare in silenzio, e in questi giorni ha bussato a molte porte e non sempre gli è stato aperto. Non si è fatto sentire e questa è stata una seconda delusione per lui nemmeno Maurizio Landini, un altro amico di don Peppino, che pure aveva partecipato al varo dell'iniziativa benefica, qualche anno fa. Dicono quelli che lo conoscono bene che don Peppino si sarebbe aspettato una telefonata anche da Francesca Re David, la «pasionaria» della Fiom. Nessun contatto, invece.

Il don a settembre, ha promesso ai fedeli che si metterà di buona lena per iniziare una colletta tra «i compagni operai».

Ha già atteso troppo il ministro delle politiche sociali, quel Luigino di cui era il primo sostenitore.

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