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Di Maio zimbello mondiale. I cinesi vendicano il "Ping"

Pechino già lo stronca: "Non conosce le lingue". Lui vede gli ambasciatori: "Valori Ue e Nato centrali"

Di Maio zimbello mondiale. I cinesi vendicano il "Ping"

La Cina sbeffeggia Luigi Di Maio (sbagliò il nome del presidente della Repubblica popolare Xi Jinping) dopo la nomina alla guida del ministero degli Esteri nel governo Conte bis. Il capo politico dei Cinque stelle ha messo piede alla Farnesina da pochi minuti. Quando arriva già la prima bocciatura internazionale. L'agenzia di stampa cinese, controllata direttamente dal consiglio di stato della Repubblica Popolare cinese secondo quanto riporta Dagospia - ha dedicato uno speciale al governo Conte bis, con un breve ritratto di ciascuno dei ministri più importanti. Giudizio durissimo contro Di Maio. Che pure si è speso (facendo infuriare gli Stati Uniti d'America) per spingere l'esecutivo Conte 1 alla firma dell'accordo per la via della Seta. Ma non è bastato. L'agenzia del regime rosso definisce «la nomina di Di Maio Luigi, capo politico del Movimento 5 stelle, una scelta insolita. Il 33enne Di Maio - già vicepresidente del primo governo Conte - non è laureato, ha una scarsa conoscenza delle lingue straniere, e nella sua vita pubblica ha finora mostrato poco interesse nelle questioni globali». Bocciato. Poi, per evitare l'immediato caso diplomatico, rimuove il paragrafo incriminato.

Battesimo da dimenticare. Il capo politico dei Cinque stelle, che ieri ha preso possesso del nuovo ufficio alla Farnesina, incontrando il segretario generale Elisabetta Belloni, dovrà lavorare molto per guadagnare stima e credibilità sul piano internazionale. Nel saluto d'insediamento, fa capire che è pronto a mettersi in riga e giura: «Manterremo un dialogo, senza ovviamente rinunciare ai valori europei e atlantici che caratterizzano la storia del nostro Paese».

Ma quella con la Cina è solo una delle tante gaffe che hanno accompagnato la breve, ma ricca di incarichi e poltrone, carriera politica dell'ex vicepremier. Poltrone che Di Maio garantisce anche alla sua corte magica. Nonostante sia andato agli Esteri, il leader grillino mantiene il controllo sui due ministeri, Lavoro e Sviluppo economico, guidati nel Conte 1: Stefano Patuanelli (Sviluppo economico) e Nunzia Catalfo (Lavoro) sono due fedelissimi. E soprattutto sono due ministeri di peso, con portafoglio (la cassa) e tante poltrone da assegnare. Con l'occupazione di Lavoro e Sviluppo economico, Di Maio eviterà lo spoil system in enti e partecipate dello Stato.

E poi un aspetto centrale: Davide Casaleggio avrebbe particolare attenzione sui dicasteri Sviluppo economico e Innovazione. E non è un caso che alla guida del ministero dell'Innovazione sia andata Paola Pisano, vicina all'associazione Rousseau. Perché Casaleggio jr vuole che nei due ministeri le cose funzionino bene? Perché sono quelli con cui si incrociano le attività della propria azienda. Di questo incrocio, Il Giornale se n'è già occupato. Il ministero dello Sviluppo economico ha previsto nell'ultima manovra 45 milioni di euro per la blockchain, la nuova tecnologia utilizzata dagli inventori delle criptovalute: un sistema innovativo su cui si basano le monete alternative (i bitcoin) e dove si stanno sperimentando applicazioni dall'informazione al sindacato. Casaleggio è titolare di una società che si occupa di consulenza per le aziende che decidono di imboccare la strada blockchain. E sempre dal Mise partirà nei prossimi anni la pianificazione delle infrastrutture su cui si svilupperà la nuova frontiera della democrazia virtuale.

Era, dunque, fondamentale garantire la continuità grillina nei due ministeri.

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