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La maleducazione del tele-educatore

Il premier vuole riformare la Rai per sottrarla al controllo dei partiti. Una buona idea, viziata però da un abbaglio culturale

La maleducazione del tele-educatore

Matteo Renzi dice di voler riformare la Rai per sottrarla al controllo dei partiti. Sarebbe una buona idea - che segnerebbe davvero una svolta epocale rispetto alla Prima e alla Seconda Repubblica, le quali non erano propriamente democrazie parlamentari, come detta la Costituzione, ma partitocrazie che legiferavano al posto del Parlamento e governavano al posto del governo: coalizioni di partiti che lottizzavano Parlamento e governo - se non fosse viziata da un abbaglio culturale. Assegnando all'informazione (della Rai riformata) una funzione pedagogico-formativa nell'Italia da riformare, Renzi rivela di volerne sottrarre il controllo ai partiti per trasferirlo al governo. Poiché il governo avrebbe contemporaneamente il monopolio dell'informazione (Rai) e della violenza (legale) sarebbe un salto dalla padella (dei partiti) alla brace (del governo). Non un gran passo avanti nella riforma, nella modernizzazione e nella democratizzazione del Paese promesse da Renzi. Forse, di qualche utilità per il presidente del Consiglio; non una garanzia per i cittadini. Non voglio neppure pensare che, nella circostanza, il capo del governo abbia manifestato tendenze autoritarie. Voglio semplicemente segnalare che se Renzi avesse letto Hayek, non sarebbe probabilmente incorso nell'infortunio.

La tesi di Hayek è semplice. Ogni autoritarismo e ogni totalitarismo nascono, si sviluppano e si distinguono per la pretesa di avere il monopolio della conoscenza, di essere i soli a sapere che cosa sia e occorra fare per realizzare il Bene comune. Da tale pretesa si sviluppa la convinzione che occorra «educare» i cittadini e che chiunque abbia un'idea diversa sia un nemico da combattere e da eliminare. È dalla pluralità di principi e valori - dalla loro «dispersione», secondo Hayek - e dal loro costante confronto, che, secondo il pensiero liberale, nascono, si sviluppano e sono garantite le libertà nella democrazia moderna. È nella pretesa di monopolizzare e centralizzare la conoscenza che l'assolutismo individua, e trova, il proprio fondamento etico. La democrazia è, prima di tutto, per Hayek, una questione gnoseologica che diventa un fatto istituzionale proprio sulla base di una questione gnoseologica. Sotto il profilo teoretico, questa idea di democrazia l'ha sviluppata I. Berlin; da noi, l'aveva sostenuta Luigi Einaudi, che vedeva nella competizione, e persino nel conflitto fra convinzioni differenti, il terreno sul quale si sviluppava la democrazia liberale; la pretesa di concentrare la conoscenza in una sola persona, o in un solo ente, hanno sostenuto Berlin, Hayek e Einaudi, porta automaticamente alla tirannia.

Non voglio neppure insinuare che il capo del governo abbia manifestato, ancorché indirettamente, una qualche intenzione autoritaria dalla quale peraltro non è del tutto esente; tanto meno credo ce la farà a riformare la Rai e a trasformarla in una sorta di Minculpop renzian-democratico. Il ragazzotto fiorentino è solo culturalmente uno sprovveduto, che spesso, nel lodevole entusiasmo di fare, e di fare in fretta, finisce col farsi male da solo. È ciò che è accaduto con le improvvide dichiarazioni sulla Rai. Suggerirei di non prenderle troppo sul serio. Provvederanno i partiti in Parlamento a scongiurare anche solo la parvenza di una dittatura...

piero.

ostellino@ilgiornale.it

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