Cronache

Malore in auto e sbandata: strage di ciclisti amatoriali

Incidente sull'Aurelia. La vettura ha invaso la corsia opposta: morti l'uomo al volante e tre in bici, altri 6 feriti

Malore in auto e sbandata: strage di ciclisti amatoriali

Un malore improvviso alla guida, l'auto che esce dalla carreggiata e investe, travolgendolo in pieno, un gruppetto di amici ciclisti amatoriali. E' gravissimo il bilancio dell'incidente che ieri mattina si è verificato a Braccagni, nel grossetano, lungo la Vecchia Aurelia: quattro persone hanno perso la vita e sei sono rimaste ferite, di cui una in gravi condizioni. Le vittime in bicicletta tutte della zona sono Antonio Panico di 56 anni, Roberto Seripa di 71 e Milo Naldini di 73, falciati dall'auto guidata dalla quarta persona deceduta, Mario Fiorilli, 82 anni, della vicina frazione di Montepescali (Grosseto).

Secondo la ricostruzione operata dagli inquirenti grazie a testimoni oculari e agli amici delle vittime, i ciclisti si trovavano lungo il margine della carreggiata appena fuori dal centro abitato, quando dalla direzione opposta è sbucata un'utilitaria: l'uomo al volante, poi ritrovato senza vita all'interno del mezzo, ha accusato un malore fatale e ha perso il controllo della vettura andando a colpire la carovana di ciclisti. Soltanto il primo della fila è stato in grado di evitare il contatto, ma per quelli immediatamente dopo di lui non c'è stato nulla da fare. Sono stati subito chiamati i soccorsi, ma il personale del 118 non ha potuto che constatare i decessi: uno dei ciclisti deceduti sarebbe rimasto incastrato sotto l'utilitaria che si è fermata in una fossetta laterale dopo circa 50 metri, mentre le altre due vittime sarebbero morte al momento dell'impatto. I soccorritori hanno trovato altre sei persone rimaste ferite a terra: uno, in particolare, è stato trasportato in elicottero all'ospedale Le Scotte di Siena. Sul luogo della tragedia è arrivato anche il procuratore della Repubblica di Grosseto Maria Navarro insieme al sostituto procuratore Nicola Falco. La strada è rimasta chiusa per tre ore per consentire alla polizia municipale e ai carabinieri di supporto di eseguire i rilievi del caso, mentre le salme sono state trasferite all'ospedale Misericordia di Grosseto in attesa delle decisioni autorità giudiziaria.

La notizia ha subito fatto il giro di Grosseto, lasciando un'intera comunità sotto choc: il gruppetto di una ventina di amici era solito ritrovarsi più o meno ogni settimana per passeggiate in bicicletta. Nella mattinata di ieri, piuttosto presto, il gruppo era stato a Massa Marittima e al momento dell'incidente stava tornando a casa. «Ci ha preso in pieno, ci ha preso in pieno» hanno commentato quei ciclisti che sono riusciti a schivare il mezzo, assistendo impotenti alla tragedia: «Sono riuscita a schivare la Panda racconta una ciclista del gruppo - ma dietro ho sentito un botto tremendo e ho visto la strage. Ho visto l'auto invadere la corsia, ma pensavo che poi rientrasse, che avesse solo evitato un ostacolo. Invece ci è venuta addosso». In cima al gruppetto di ciclisti anche un agente di polizia municipale: «Ho visto l'auto che era già nell'altra corsia dopo la curva, ho urlato state attenti e mi sono sfilato all'ultimo posto. Sono vivo per miracolo».

Il Consiglio comunale di Grosseto è stato sospeso dopo la notizia dell'incidente e il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha espresso «vicinanza a tutte le persone coinvolte e ai loro familiari». Dal canto suo, il presidente del comitato regionale toscano della Federazione di ciclismo Saverio Metti ha ricordato che «i ciclisti sono sempre i soggetti più deboli in strada.

La sicurezza sulla strada per loro purtroppo rimane in secondo piano anche per chi legifera e dovrebbe proteggerci».

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