Cronache

Mamma Giovanna parla e consegna il figlio La fidanzata Anastasiya tace sui misteri

La ragazza nega: «Luca non c'entra con la droga. Controllava suo fratello»

Mamma Giovanna parla e consegna il figlio La fidanzata Anastasiya tace sui misteri

Roma «Valerio ha fatto una cazzata». Si è fatta accompagnare dall'altro figlio, Andrea, fino al commissariato di polizia del suo quartiere, San Basilio. Qui, di fronte al primo dirigente è crollata. «Ho paura che mio figlio sia coinvolto nell'omicidio di Luca Sacchi». Sconvolta per quello che stava raccontando ma ferma e determinata. «L'ha confessato a Cristian B., un amico, prima di fuggire - dice - e lui ha telefonato all'altro mio figlio, Andrea». Una madre coraggio Giovanna Proietti. È lei, una casalinga dal cuore di mamma, a far chiudere le indagini in una manciata di ore. Pensa alla madre di Luca, al suo dolore per la perdita del figlio. E va a denunciare il suo.

Anastasiya Kylemnyk, 25 anni ucraina, invece di parlare non ha voglia. Non vuole chiarire quello che gli inquirenti ancora non sono riusciti a ricostruire. Anzi nega ogni collegamento con gli spacciatori. Quanti erano i soldi che volevano utilizzare per acquistare droga lei e Luca? Quanta roba volevano prendere da Paolo e Valerio? Se mamma Giovanna è la donna della verità, la verità che nessuna madre vorrebbe confessare, Anastasiya è la donna dai mille silenzi. Non ricorda quanto conteneva lo zainetto rosa. Eppure già la sera di mercoledì, alle 21,30, lo lascia a un inviato di Valerio, un certo Giovanni. Lo scrive il pm Nadia Plastina nel decreto di fermo dei due assassini. Anastasiya e Giovanni sono in via Latina, sempre nel quartiere Appio Tuscolano. La ragazza lascia lo zainetto all'amico che, guardandoci dentro, si assicura della presenza del denaro «diviso in mazzette da 20 e 50 euro». Altro che pochi soldi. Banconote che sarebbero servite per acquistare droga, «erba» in particolare, direttamente da Valerio Del Grosso.

Un amico del gruppo racconta al magistrato che «all'acquisto erano interessati tre ragazzi e una ragazza». Si legge ancora sull'ordinanza firmata dal sostituto procuratore: «In realtà la consegna non avveniva per mancanza dello stupefacente che Del Grosso e il suo accompagnatore si impegnavano di andare a prendere. Alle 22,55 con una telefonata, Del Grosso lo avvisava che stava rientrando con lo stupefacente e subito dopo sentiva un'esplosione e le grida della ragazza che vedeva in terra vicino a un ragazzo ferito». Il giorno dopo Valerio Del Grosso si presenta con una ragazza, Giorgia, da un amico. Gli dice: «Ho fatto un macello. Volevo solo spaventarli». Una storia che non corrisponde a ciò che sostiene, almeno sulle prime, la fidanzata ucraina di Luca. La giovane nega. «La droga non c'entra niente - afferma la babysitter - Luca era lì per guardare il fratellino piccolo che si trovava nel pub John Cabot. Luca non ha mai incontrato gli spacciatori, non li conosceva. Non ho visto e sentito nulla. Ho sentito solo la voce di un ragazzo romano e giovane. Mi ha detto: Dammi sto zaino». Versione che farebbe acqua da tutte le parti tanto che si ipotizzano eventuali provvedimenti da parte della Procura a carico della 25enne. Casal Monastero, un quartiere a ridosso di San Basilio e popolato da famiglie giovani, reagisce come può.

Valerio, il ragazzo solare (che in passato ha picchiato, però, la sua compagna), non può aver ucciso. SVla

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