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Mancano 11 miliardi Ecco dove li troveranno

Mancano  11 miliardi Ecco dove li troveranno

Roma. Bonus Renzi? Reddito di cittadinanza? Quota 100? Detrazioni fiscali? Oppure un aumento tout court delle aliquote Iva? Il giorno dopo l'invio della lettera di risposta del ministro dell'Economia, Giovanni Tria (nella foto), alle obiezioni della Commissione Ue sul rispetto dei parametri di Maastricht il dibattito tecnico-finanziario non è sul come, ma sul quanto sarà necessario intervenire sui conti pubblici.

Prima di delineare i possibili interventi occorre, però, ricordare quali siano le basi teoriche di Bruxelles e quali, invece, le confutazioni romane. L'Unione europea aveva chiesto all'Italia di correggere il saldo strutturale, cioè di conseguire un avanzo al netto degli eventi eccezionali pari allo 0,3% nel 2018 e allo 0,6% nel 2019, cioè 0,9% sui due anni. Sottraendo la massima deviazione consentita dall'Ue (0,5%), l'Italia avrebbe dovuto assicurare almeno lo 0,4 per cento. Invece, secondo le stime della Commissione, il saldo strutturale, sempre sui due anni, è peggiorato dello 0,3 per cento. Ne deriva un «buco» dello 0,7% del Pil, ovvero oltre 11 miliardi di euro da recuperare con una correzione di bilancio, cioè una manovra. Bruxelles definirà questo scostamento «deviazione significativa» nel rapporto sul debito di mercoledì e, in virtù della distanza tra gli obiettivi concordati e i dati reali, l'Italia rischia l'apertura di una procedura per debito eccessivo.

Nella missiva Tria ha messo in evidenza i «fattori rilevanti» che determinerebbero un divario più contenuto rispetto ai target. «L'andamento dell'economia e il gettito fiscale hanno finora superato le previsioni del Programma di stabilità e «le entrate non tributarie sembrano superare le previsioni», inoltre «l'utilizzo delle nuove politiche di welfare è, finora, inferiore alle stime sottostanti alla legge di Bilancio per il 2019». Le entrate, come ha ricordato il viceministro Laura Castelli, sono aumentate di 5 miliardi su base trimestrale a marzo per effetto dell'estensione della fattura elettronica e il trend dovrebbe proseguire. Dal reddito di cittadinanza dovrebbe comunque residuare un miliardo. Ecco perché Tria conta di ridurre l'esborso a 4 miliardi.

Ma se avesse ragione Bruxelles che cosa si dovrebbe fare? Il bonus da 80 euro costa 10 miliardi e coprirebbe quasi tutta la richiesta europea. La flat tax salviniana che ne costa almeno 15 non potrebbe però essere realizzata e resterebbero sempre i 23,1 miliardi di clausole di salvaguardia da coprire. Ecco, quindi, che rifanno capolino soluzioni prospettate in precedenza: ridimensionamento del reddito di cittadinanza, aumento selettivo delle aliquote Iva e anche il taglio delle detrazioni fiscali cui lo stesso Tria accenna nella lettera. Ad esempio, il tetto di detraibilità delle spese sanitarie potrebbe essere abbassato in funzione del reddito. Il rebus è complicato.

GDeF

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