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Il mandato zero salva l'uomo di Casaleggio

Il mandato zero salva l'uomo di Casaleggio

C'è il parlamentare che dice «non conosco la Fattori», quello amico di Luigi Di Maio che bolla la dichiarazione della senatrice dissidente così: «ormai parla già da ex del M5s» e chi, a Bologna e dintorni, è convinto: «la Fattori ha perfettamente ragione». Lo spunto, per tutte le diverse scuole di pensiero, è una frase contenuta nell'intervista rilasciata ieri al Corriere da Elena Fattori: «Il mandato zero. Un suicidio - ha spiegato la senatrice -. Mi pare che tra i pochi che ne usufruiranno c'è Bugani». Il consigliere comunale di Bologna, al secondo mandato, era già finito nel mirino dei parlamentari del M5s per il suo triplo incarico: eletto al Comune del capoluogo emiliano, uno dei tre soci che affiancano il presidente Davide Casaleggio nella strategica Associazione Rousseau, vice capo della segreteria particolare di Di Maio a Palazzo Chigi. Bugani per quest'ultimo ruolo incassa 80mila euro all'anno.

Adesso l'allusione della Fattori. Che ha scatenato un piccolo caso all'interno del M5s bolognese e nazionale. D'altronde il fedelissimo di Casaleggio e Di Maio aveva già proposto, a giugno 2017, il superamento del doppio mandato per i consiglieri comunali e l'apertura ad alleanze con le liste civiche nelle competizioni elettorali locali. All'epoca fu Beppe Grillo sul Blog stoppare i propositi di Bugani: «Il doppio mandato non si tocca», intimò il Garante infastidito. Se in Parlamento gli esponenti vicini al capo politico parlano di una «semplice casualità», sul territorio, tra chi conosce bene Bugani, non c'è molta sorpresa. «Bugani può aspirare a fare il ministro» dice un'attivista storico, altri credono che Max serva a Di Maio in prima linea anche per stroncare la dissidenza in una regione da sempre «calda» per il Movimento come l'Emilia Romagna. Dove è nato il grillismo e dove il consigliere comunale bolognese ha sempre sbaragliato i concorrenti interni: dall'ex consigliere regionale Giovanni Favia al sindaco di Parma Federico Pizzarotti, anni dopo finiti espulsi dai Cinque Stelle per i loro scontri con Grillo e Casaleggio. E secondo un'altra fonte Bugani sarebbe più importante dello stesso Di Maio e di Di Battista, nonostante, o forse grazie al suo proverbiale basso profilo. Bravo a tenere lontani i riflettori della stampa, ma tenutario di grande «potere e influenza». Un peso che va da Rousseau al territorio, fino ai Palazzi romani espugnati l'anno scorso dai pentastellati.

Ed ecco la sintesi dopo la polemica innescata dalla Fattori: «Bugani vale più dello stesso capo politico Di Maio e di Di Battista».

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