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I giorni della Michelin: cosa non accadrà

Ci sarà un nuovo tristellato? A Roma, Milano o... Senigallia? Arriverà il macaron alla pizza?

I giorni della Michelin: cosa non accadrà

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Domani è il giorno della Michelin, quello in cui si svela la 69esima edizione della guida rossa dedicata all'Italia, e come ogni anno si inseguono i «boatos» su quello che potrebbe accadere, che poi quasi sempre accade pochissimo. Ma ogni volta è bello sognare che sia l'anno della svolta.

I numeri La guida 2024 sarà presentata domani pomeriggio 14 al Teatro Grande di Brescia, appuntamento che conclude la partnership triennale della Michelin con la Franciacorta. Si riparte da 385 locali stellati (12 tre stelle, 38 due e 335 una) e con la Lombardia in testa con 59 stellati, davanti a Campania (48) e Piemonte (44).

Immobilità Nei cinque criteri di giudizio annunciati dai curatori esce il rapporto qualità-prezzo ed entra l'armonia dello chef mentre restano intoccabili gli altri quattro: qualità del prodotto, tecnica, personalità dello chef e regolarità. Cambiamenti impercettibili che nulla fanno intuire degli eventuali «macaron» assegnati.

I tre stelle Naturalmente a fare più notizia sono i tre stelle: uno certamente uscirà dal Gotha per sopraggiunta chiusura, il St Hubertus di San Cassiano. Lo chef Norbert Niederkofler non si è perso d'animo ed è già in sella all'Atelier Moessmer di Brunico. Non dovrebbe influenzare il giudizio della «rossa» il fatto che un altro tristellato, La Pergola di Roma, chef Heinz Beck, ta breve chiuderà per affrontare un lavoro di restyling destinato a durare fino a primavera.

Un nuovo campione I tristellati potrebbero anche restare 12 con un nuovo arrivo. Si parla di uno sdoppio per Roma (magari Il Pagliaccio di Antony Genovese) e Milano (Seta di Antonio Guida? Oppure D'O? O Il Luogo di Aimo e Nadia?) e sarebbe la prima volte di due tre stelle nella stessa città. Le due metropoli potrebbero però essere scavalcate dalla piccola Senigallia, con un'eventuale terza stella alla Madonnina del Pescatore di Moreno Cedroni, che affiancherebbe così Mauro Uliassi. Si spinge anche per un tre stelle al Sud, in Campania o in Sicilia spostando finalmente più in giù di Castel di Sangro (Reale di Niko Romito) il territorio tristellato.

Nuovi campioni Qualche nuovo due stelle ci sarà: magari Lido 84 di Riccardo Camanini, migliore ristorante italiano per la Fifty Best ma fermo a un macaron per la «rossa». Poi Andrea Aprea a Milano, Pascucci al Porticciolo a Fiumicino, Del Cambio a Torino, FRE a Monforte d'Alba. Due stelle merita certamente anche La Rei Natura, nuova avventura di Michelangelo Mammoliti, ma trattandosi di nuova apertura è impresa ardua. Infinita la lista delle prime stelle possibili, ci piacerebbe toccasse a Bu:r e Verso a Milano, a Lorto in Monferrato e a Scatto a Torino.

E le pizzerie? Sarà finalmente l'anno in cui le tre stelle premieranno nuove tipologie di locali oltre al ristorante tradizionale? Pensiamo alle pizzerie di ricerca (I Masanielli a Caserta, Pepe in Grani a Caiazzo, I Tigli di San Bonifacio, Denis e Confine a Milano), alle trattorie colte (Trippa a Milano, Da Burde a Firenze tra tutti), agli etnici finora rappresentati dal solo Iyo a Milano. Ci speriamo ogni anno, pensando ai macaron elargiti agli street food di Bangkok, Singapore, Hong Kong.

Ma qualcosa ci dice che anche per quest'anno l'anno buono sarà il prossimo.

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