Politica

Le mani della cupola sulle primarie del Pd

Nelle carte l'impegno per lo scontro Renzi-Cuperlo. Buste del Campidoglio per le mazzette. Il premier commissaria il Pd

I candidati alle primarie del pd Gianni Cuperlo e Matteo Renzi
I candidati alle primarie del pd Gianni Cuperlo e Matteo Renzi

Roma - I rapporti leciti e non leciti con la giunta Alemanno, quelli col Pd, i canali privilegiati nelle partecipate del Campidoglio, gli affari spregiudicati, i libri «neri», le grandi manovre per «piazzare» i fedelissimi nei posti che contano, la creazione di legami con la nuova maggioranza in Campidoglio, dopo l'elezione a sindaco di Ignazio Marino. Nelle chiacchiere intercettate dalla Procura di Roma alla «strana coppia» Carminati-Buzzi, che conservavano i soldi della cupola nelle buste del Comune di Roma, c'è di tutto. La politica dal Pdl al Pd, i corrotti, gli amici. E persino i giudizi che « er Cecato », da cultore della materia, riserva ai magistrati romani.

LE PAGELLE DEL «NERO» AI MAGISTRATI

Parlando con tre avvocati (ora indagati), Massimo Carminati si lascia andare a giudizi, per la verità piuttosto lusinghieri, su investigatori e inquirenti. Il «Nero» ci arriva discutendo con i legali dei guai giudiziari di Gennaro Mokbel, che critica per non essere «sparito» dopo aver fatto la «truffa più grossa». «Hai fatto la truffa più grossa che sia stata mai fatta a Roma.. ...almeno a Roma, che c..., basta, pijate i soldi, sparisci... invece loro continuano a fare le loro cose sotto l'occhio dei carabinieri..(inc)..e con tutto io il processo l'avrei…(inc), grandi forzature non so state fatte, una cosa fatta bene, poi insomma.. c'era, c'era un pool di magistrati che.. che erano seri, comunque Capaldo il lavoro suo lo sa fare, non è che è un coglione, Bombardieri è un ragazzo che non è un coglione manco lui, ..(inc) quell'altra... la Passaniti è un'altra.. è una signora intelligente, insomma». E anche per i carabinieri del Ros, che pure tre giorni fa l'hanno arrestato, all'epoca dell'intercettazione spendeva, invece, parole a dir poco lusinghiere: «Eh, il Ros, sono gli unici che sanno fare le indagini».

E BUZZI AVVERTE: «NOI SIAMO NOI»

Salvatore Buzzi, parlando con un collaboratore, cerca di motivarlo alla «causa» andando un po' sopra le righe: «Tu devi esser convinto per primo... perché se tu non sei convinto e anzi pensi che stamo a fa' cazzate... ahh non se po'... noi siamo noi... quell'altri ce succhiano il c... Quando m'arresteranno, se m'arresteranno, saremo in difensiva, mo se l'inc(...) tutti... ma tutti voglio inc(...), ma ti è chiaro il concetto? Questo deve esse!»

IL LIBRO NERO DELLE TANGENTI

Grazie alle intercettazioni ambientali, i carabinieri del Ros a gennaio scorso accertano che la «cupola» tiene traccia della contabilità parallela in un «libro nero», custodito a casa di Nadia Cerrito, una collaboratrice di Buzzi. Quel libro, in cui pagamenti in nero e tangenti a politici e dirigenti vengono annotati diligentemente accanto a «sigle o lettere dell'alfabeto», è costato il carcere alla donna, nel timore che potesse «occultare o distruggere» il volume impedendone la «fondamentale» acquisizione .

I CONTATTI E I LEGAMI CON LA DESTRA...

Luca Gramazio, consigliere regionale indagato, è uno dei punti di riferimento nelle chiacchiere della «cupola» di Carminati e Buzzi. I quali si sentono in tasca il controllo dei fondi regionali, tanto da dire di una persona non identificata che «non può fare nulla perché se non fa quello che dimo noi, Luca gli blocca tutto, fatte servi'». Gramazio, insieme al padre Domenico, finisce nelle carte anche per due cene a Roma con Massimo Carminati. Del capo di gabinetto di Alemanno, Antonio Lucarelli, utilizzato dal procuratore capo Pignatone come «prova» del potere di Carminati (che gli avrebbe ordinato al telefono di correre a incontrare Buzzi sulla scalinata del Campidoglio, dopo che per tre giorni quest'ultimo non era riuscito a farsi ricevere) si è già detto. Ma anche l'ex sindaco Alemanno finisce nel mirino. Tra l'altro, per due cene che Buzzi asserisce di avergli pagato ben 75mila euro. E nelle carte si parla anche di una claque che il capo della coop «29 giugno» avrebbe spedito al cinema Adriano, su suggerimento di Panzironi, per supportare il ritorno in politica dell'ex primo cittadino. C'è poi la storia di Giovanni Quarzo, consigliere comunale di Fi, che per conquistare la presidenza della commissione Trasparenza, intercettato, propone a Fabrizio Testa una operazione «politicamente spregiudicata ma molto efficace». «Andiamo in due al Gruppo misto, cambiamo Cosimo Dinoi come capogruppo, il nuovo capogruppo Trasparenza, e poi dopo una settimana ce ne riandiamo di nuovo al Pdl». «Perfetto», commenta Testa. In effetti Quarzo farà il rapido cambio di gruppo ottenendo la presidenza voluta.

...E QUELLI CON IL CENTROSINISTRA

Oltre agli indagati in quota dem - Eugenio Patané, Mirko Coratti, Daniele Ozzimo e Luca Odevaine - nelle intercettazioni saltano fuori riferimenti diretti o indiretti a un gran numero di esponenti del centrosinistra, a cominciare dai vertici locali. C'è Umberto Marroni, spesso citato, c'è il vicesindaco di Roma Luigi Nieri, intercettato indirettamente perché parlava con Buzzi, ma c'è anche il governatore laziale Nicola Zingaretti. Citato in una conversazione tra Claudio Caldarelli della coop di Buzzi e Fabrizio Testa (testa di ponte tra il gruppo e i politici) a proposito di gare sul «verde» al Bioparco. «Se riuscimo a pigliasselo tutto...», dice Caldarelli. «Non hai capito - risponde Testa - a me me dovete da... fino all'ultimo momento me dite è questo, poi lui va da e quelli sono soldi che partono da... ricordati che non passano dal bilancio, cioè... passa sui tetti di Zingaretti».

LA MANO SULLE PRIMARIE DEL PARTITO DEMOCRATICO

Quando a ottobre 2013 Carminati chiede a Buzzi se stanno appoggiando qualcuno per le primarie del Pd, il capo della coop «29 giugno» spiega che «stiamo a sostene' tutti e due...avemo dato centoquaranta voti a Giuntella e 80 a Cosentino», ossia gli attuali presidente e segretario del Pd romano, e aggiunge anche che «Cosentino è proprio amico nostro». Sempre Buzzi, in cerca di «aiuti» per aggiudicarsi la gara per la raccolta Multimateriale, elenca con Coratti tra «i nostri assi nella manica per farci vince la gara» Annamaria Proietti Cesaretti - presidente della commissione Mobilità del Campidoglio, in quota Sel, e «metto in campo anche Cosentino».

E BUZZI DISSE: «ME LI STO A COMPRA' TUTTI»

A gennaio scorso, ancora Buzzi snocciola gli appuntamenti di giornata con il suo collaboratore Caldarelli e spiega: «all'una c'ho la Battaglia, Erica Battaglia», consigliera capitolina del Pd e figlia d'arte. E il collaboratore di Buzzi gli raccomanda di dirle «da fa quel passaggio sulla Cozza», dirigente di un dipartimento a cui la cupola puntava. Buzzi poi declina un invito a cena di Caldarelli spiegandogli che è impegnato. «Devo convincere...», sussurra un nome incomprensibile prima di concludere: «Me li sto a compra' tutti... semo diventati grossi». C'è anche l'ex capogruppo Pd in Campidoglio, Francesco D'Ausilio, citato de relato dal manager Testa per una presunta telefonata tra lui e l'azzurro Quarzo, in cui entrambi avrebbero indicato nella coop di Buzzi il «referente» per i finanziamenti del Comune sul «verde». E ci sono pure il senatore Pd Bruno Astorre e l'ex Pdci Alessio D'Amato, poi direttore della cabina di regia della Sanità laziale, citati entrambi in una lunga intercettazione sugli «affari» in Regione. Il collaboratore di Buzzi Caldarelli dice: «No no, D'Amato. Allora è D'Amato, dai... mo bisogna capi' se gli hanno dato un'azienda, capito? Se gli hanno dato un'azienda loro».

FISCON, OVVERO «L'AMA C'EST MOI».

Giovanni Fiscon, direttore generale di Ama spa, la partecipata del Campidoglio che si occupa di servizi ambientali, secondo la procura arriva su quella poltrona grazie alle insistenze del gruppo di Carminati e Buzzi. Dalle carte viene fuori una chiamata di Buzzi al suo collaboratore Carlo Guarany per informarlo che la carica di Dg sarebbe andata «al nostro Fiscon». Guarany accoglie con soddisfazione la notizia e aggiunge: «Meno male... ogni tanto una decisione saggia... poi al nuovo sindaco gli proporremo di confermarlo, chiaramente». Agli atti resta tra l'altro un'altra intercettazione telefonica nella quale Fiscon telefona al titolare della coop «29 giugno», e i due scherzano sulla «frase» che Guarany aveva coniato per celebrare la fresca nomina del dirigente: «l'Ama c'est moi ». I due ridono, Buzzi scherza: «La prossima volta sparagli... l'Ama c'est moi , incredibile, oh». Ma alla fine Fiscon chiede a Buzzi qualcuno per fare pulizie. E Buzzi naturalmente non fa una piega e provvede.

NESSUNO SPARA MA SI PARLA DI ARMI

L'ex Nar MAssimo Carminati parla nella primavera del 2013 con il suo stretto collaboratore Riccardo Bruggia. «A me quella m'incul..., perché certe volte quando mi sento aggressivo, me la prenderei quella, cioè hai capito, pe anna' a minaccia' la gente... dice “anvedi questo è matto che gira con la cosa”». I due parlano di occultare armi, silenziatori e altre attrezzature da guerriglia, come i giubbotti antiproiettili. Carminati fa l'elenco delle armi dell'arsenale che avrebbe voluto preparare. Makarov 9 con silenziatore, che «non senti neanche il clac». E tre Mp5 e quattro silenziatori costati 25mila euro. Ma quando domenica i carabinieri del Ros sono andati a cercarlo a casa e poi a Sacrofano, prima della discovery dell'indagine sulla Mafia capitale, cercavano proprio le armi. Eppure non le hanno trovate.

MEGLIO GLI IMMIGRATI DEGLI STUPEFACENTI

Buzzi chiarisce bene i confini del suo business con la collaboratrice Piera Chiaravalle. Alla donna che ritiene che occuparsi di centri di accoglienza per immigrati non sia conveniente per gli anticipi di contanti, il capo della coop «29 giugno» replica: «Ma che ho anticipato...lo sai quanto ci guadagno sugli immigrati? ..tu c'hai idea ..tu c'hai idea?». E zittita l'interlocutrice, Buzzi spara: «il traffico di droga rende di meno».

I POLIZIOTTI SEDOTTI DAL FASCINO DEL NERO

Gli investigatori annotano uno strano incontro avvenuto il 4 ottobre 2013 nel distributore di benzina su Corso Francia, «base logistica» di Massimo Carminati. Due uomini non identificati arrivano su un'automobile intestata alla Questura di Roma. Non sanno di essere ascoltati dai microfoni dei colleghi in divisa. E sembrano «informare» il Nero di essere sotto inchiesta e di essere cauto. «Perché adesso te stai sotto indagine», dice il primo. «Oppure per dire che devi... devi evità..devi evitare», continua il secondo uomo. «È un casino», taglia corto er cecato . Che poi li intrattiene con i racconti del suo passato criminale, tra Nar e banda della Magliana. Gli investigatori annotano: «I predetti si mostravano attratti ed affascinati dal passato e dalla levatura criminale di Carminati, considerato che uno dei due affermava “...io starei due giorni a sentirti”, mentre lo stesso Carminati appariva compiaciuto dell'effetto che il proprio peso criminale, nonché quello dei soggetti che all'epoca avevano costituito l'organizzazione di cui il Carminati era parte, provocava negli interlocutori asserendo che “quella è la storia.. la storia nostra...

hai capito?”».

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