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Mano libera ai sindaci: rifiuti a peso d'oro per fare tornare i conti

Comuni e Regioni in rosso potranno aumentare le imposte locali. Nessun blocco su Irpef e Irap. E sulle seconde case salasso da oltre due miliardi

Mano libera ai sindaci: rifiuti a peso d'oro per fare tornare i conti

Roma - Il taglio delle tasse della legge di Stabilità, serve a interrompere «il circolo vizioso che ha a lungo depresso l'economia italiana». Il ministero dell'Economia ha presentato la manovra rivendicando una riduzione fiscale che però è tutta da dimostrare. La legge di Stabilità 2016, la seconda del governo di Matteo Renzi, presenta due problemi di fondo. È fatta in larga parte in deficit. Poi sposta molti problemi su Regioni e Comuni, che - seguendo un altro circolo vizioso ben conosciuto in Italia - si rifaranno con i contribuenti attraverso la fiscalità locale. Ecco cosa rischierà di aumentare.

ADDIZIONALI IRPEF E IRAP

Un intero comma dell'articolo 4 della legge è dedicato allo stop alla fiscalità locale «al fine di contenere il livello complessivo della pressione tributaria». Peccato che nella versione definitiva della legge si confermino e si aggiungano delle eccezioni, molto pesanti. Il blocco delle addizionali Irpef e Irap non vale per le Regioni con la sanità in rosso, che sono Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Sicilia, Calabria, Piemonte, Puglia. Questi significa, ad esempio, che i presidenti delle Regioni potranno rifarsi con i cittadini e recuperare i tagli decisi a livello nazionale al fondo sanitario nazionale.

RIFIUTI D'ORO

Mano libera agli amministratori locali anche sulla Tari, la tassa sui rifiuti. È già stata tenuta fuori dal tentativo, fallito, di fare in Italia una vera e propria tassa sui servizi. Ha uno status difficilmente definibile (tassa o tariffa). Di sicuro i sindaci in questi ultimi anni l'hanno utilizzata per fare cassa. Secondo un stima della Cgia, dal 2010 a oggi, per una casa di 120 metri quadri, è aumentata del 25%. Si tratta di una media, per le sole abitazioni. Per alcuni settori produttivi, come l'ortofrutta, è cresciuta del 48%. Possibile che i Comuni, a corto di risorse, attingano ancora una volta dalla spazzatura.

COMUNE IN ROSSO? PIÙ TASSE

La versione definitiva della legge di Stabilità stabilisce che siano esclusi dal blocco della fiscalità locale anche gli enti locali in dissesto e predissesto. Sono decine ogni anno le amministrazioni comunali che fanno richiesta. Sono 133 quelle dal 2012 al 2015. Per citare qualcuna delle principali, Alessandria che lo ha chiesto nel 2012, Sarno, Vibo Valentia, Potenza.

FIORENTINI SFORTUNATI

Il pezzo forte della legge di Stabilità è sicuramente l'abolizione della Tasi e dell'Imu sulla prima casa. E l'esclusione «dei castelli», arrivata alle battute finali della legge, è stata salutata dalla sinistra come un elemento di giustizia. Peccato che le cose non stiano così. Continueranno a pagare le imposte in stile Monti-Letta (raddoppiate rispetto a prima del 2011) le case nella categoria catastale A/1, A/8 e, A/9. Le prime sono le cosiddette «abitazioni di tipo signorile». Colpirle significa penalizzare alcune città e farne salve altre. La maggior parte delle A/1 si trova infatti in comuni come Firenze o Genova e non per una particolare caratteristiche architettoniche di quelle città, semplicemente perché le amministrazioni locali sono state meno generose di altre. In alcuni capoluoghi di provincia, le case signorili si contano sulle dita di una mano. Stesso discorso per le case A/8, cioè le ville. Le A/9 invece, i famosi castelli, sono immobili di pregio storico e culturale. Colpirli con le tasse significa scoraggiare i proprietari, già alle prese con costi di manutenzione alti e vincoli.

SECONDE CASE, SUPER IMU

Seconde case escluse da benefici fiscali. Ma c'è anche una stangata, anche se inferiore rispetto alle previsioni. È la maggiorazione provvisoria dell'8 per mille per Imu e Tasi che quest'anno sarebbe dovuta scomparire. È stata introdotta per permettere ai sindaci di prevedere sgravi a favore dei proprietari di prima casa. Ora che tassa e imposta sull'abitazione principale sono state abolite, sarebbe dovuta scomparire, invece è stata in parte confermata. Nella versione delle prime bozze era generalizzata a per tutti i Comuni e sarebbe costata due miliardi di euro ai contribuenti. Ora il governo ha limitato la maggiorazione alle sole città che l'hanno già applicata. «Scelta non opportuna - protesta Confedilizia - posto che nel 2015 tale maggiorazione aveva, per legge, lo scopo di finanziare detrazioni per la prima casa, mentre per il 2016 sarebbe incondizionata». Nodi irrisolti, che sicuramente condizioneranno l'iter parlamentare della legge.

Insieme ad altri nodi, come le pensioni (c'è chi vuole ancora riformare la legge Fornero) e il limite del contante a 3mila euro che non piace alla sinistra.

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