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Mano tesa di Berlusconi su una legge elettorale che metta tutti d'accordo

Tedeschellum, il leader prova a salvare l'intesa. Apertura a M5s e centristi. Renzi possibilista

Mano tesa di Berlusconi su una legge elettorale che metta tutti d'accordo

«Un incidente parlamentare, per quanto deplorevole, non può giustificare il fallimento di una riforma che rappresentava un punto di equilibrio accettabile fra esigenze diverse». Silvio Berlusconi, parlando con Il Sole 24 Ore, tiene aperta la partita della legge elettorale sul modello tedesco. E Forza Italia si prepara a una nuova offensiva, con la presentazione di un nuovo testo da sottoporre alle forze politiche. Un ultimo tentativo, sia pure con la consapevolezza che l'impresa è ai limiti del possibile, per arrivare a una soluzione condivisa evitando il caos delle due leggi diverse per Camera e Senato.

«Ci vogliamo riprovare, la nuova proposta verrà scritta nel fine settimana, lunedì sonderemo il terreno più nel merito parlando con i rappresentanti dei partiti, martedì se ne discuterà in Commissione, se il presidente Mazziotti metterà la questione all'ordine del giorno, e vedremo se ci sono le condizioni per un accordo», spiegano i dirigenti azzurri. L'idea di fondo è che sia necessario allargare la platea dei partiti favorevoli, stipulando però un patto diverso, non più a intensità variabile come il precedente - con il M5S a cui era stato concesso di presentare e votare propri emendamenti - ma blindato in tutti i suoi punti. Renato Brunetta, Francesco Paolo Sisto, Gregorio Fontana e Roberto Occhiuto ci stanno lavorando e nelle prossime ore si cercherà di entrare più nel merito. Berlusconi spera ancora che «la politica superi se stessa e dia prova di maturità», anche perché di certo l'immagine offerta al Paese giovedì dalle forze politiche non è stata delle migliori.

Naturalmente ci sono molte variabili. Se la sentirà il Pd di fidarsi del Movimento 5 Stelle rischiando un nuovo schiaffo parlamentare? I grillini - refrattari all'immagine di partito che scende a patti con le forze politiche tradizionali - riusciranno a prendere un impegno vincolante? Quale effetto avranno le Amministrative? Cosa accadrà se i Cinque stelle non dovessero arrivare al ballottaggio né a Parma né a Genova, città di Beppe Grillo? Incognite che si sommano ad altre incognite.

Ci sono poi le difficoltà nell'individuare modifiche tecniche condivise. Secondo alcune indiscrezioni per allargare la platea dei contraenti potrebbe esserci una piccola apertura sulla soglia che dal 5% potrebbe scendere al 4% e sulla concessione del voto disgiunto, gradito ai Cinque stelle ma su cui il Partito Democratico si è sempre detto contrario. Cosa farebbero i centristi e Fratelli d'Italia (che a sua volta chiede la reintroduzione delle preferenze) di fronte a queste proposte?

I primi segnali che arrivano da Matteo Renzi pare siano in chiaroscuro. Dopo un secco no, l'atteggiamento si è ammorbidito e si è risolto in un «proviamoci, ma non sono particolarmente ottimista». Insomma il tentativo di dare una vera legge elettorale al Paese resta una missione (quasi) impossibile. Ma Berlusconi non ha rinunciato all'ultimo tentativo. Così come resta vivo il dialogo con le altre forze del centrodestra. «Il centrodestra unito è vincente in quasi ogni scenario» dice al Sole 24 Ore. «L'Aquila, in questo senso, può diventare un simbolo. Credo che si possa e si debba procedere in questa direzione anche in campo nazionale, per vincere insieme ai nostri storici alleati.

Stiamo lavorando per questo, per offrire al nostro elettorato una proposta seria, organica, efficace, per tornare a governare il Paese quanto prima».

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