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Una manovra di balzelli: arriva la nuova Robin tax si rischia il caro-benzina

L'esecutivo aumenta l'Ires sulle concessioni e aumenta le clausole di salvaguardia 2021

Una manovra di balzelli: arriva la nuova Robin tax si rischia il caro-benzina

Più tasse e rischio rincaro dei carburanti. È quello che emerge dai lavori di Camera e Senato sulla manovra e sul collegato fiscale. Il «miniemendamento» del governo, che ha riscritto alcuni passaggi contestati del ddl Bilancio, ha introdotto una nuova Robin tax che riguarda i concessionari autostradali, aeroportuali, per lo sfruttamento di acque minerali, per la distribuzione di energia elettrica, ferroviari, di frequenze radio, televisive e delle tlc. L'aliquota addizionale del 3% sull'Ires (l'imposta sui redditi delle società) scatta retroattivamente, per il periodo d'imposta 31 dicembre 2019 e dovrebbe portare un gettito di circa 370 milioni di euro. È pacifico che al maggior carico fiscale dovrebbero corrispondere aumenti di prezzi per i beni e i servizi erogati dalle stesse concessionarie.

A questo maggior prelievo si aggiunge lo spettro del caro-carburanti. L'emendamento unico alla manovra prevede l'aumento delle clausole di salvaguardia sulle accise nel 2021. Confermata la sterilizzazione per l'anno prossimo, si rivedono gli incrementi per i successivi. Nello specifico, le entrate da accise salgono a 918 milioni (anziché 50 milioni) nel 2021, dal 2022 a 1,032 miliardi (da 300 milioni), a 1,822 miliardi nel 2023 e a 1,543 miliardi nel 2024.

Con questo tipo di coperture trovate in extremis è stato possibile proporre la modifica di altri balzelli abbastanza indigesti. Per quanto riguarda le auto aziendali la base imponibile Irpef del reddito connesso al benefit viene rivisto al 25% per auto con emissione di CO2 non superiori a 60 grammi/chilometro, al 30% per emissioni superiori a 60 grammi e non superiori a 160 grammi. I veicoli con emissioni tra 160 e 190 grammi pagheranno un'imponibile del 40% l'anno prossimo e del 50% nel 2021, mentre quelli sopra i 190 grammi il 50% nel 2020 e il 60% nel 2021. In questo modo, la tassa viene rimodulata e salva le auto più «ecologiche» nonché più vendute. Le novità che riguardano la plastic tax dovrebbero, invece, portare a un minor gettito di 767 milioni di euro. L'imposizione viene ridotta a 0,5 euro al chilo. Si escludono, inoltre, i dispositivi medici classificati dalla commissione unica sui dispositivi medici (che andranno ad aggiungersi alle siringhe già previste), nonché i manufatti in plastica con singolo impiego adibiti a contenere e proteggere preparati medicinali.

Un tale groviglio di balzelli è dovuto anche al caveat dell'Eurogruppo, che non ha solo frustrato le speranze italiane di revisionare la riforma del Mes, ma ha anche preannunciato una severa review della manovra in primavera. A maggio, infatti, saranno ulteriormente verificate le politiche di finanza pubblica di 8 Stati, tra cui l'Italia, a rischio di violare il patto di Stabilità. Gli otto governi dovranno «prendere in considerazione» rapidamente misure di aggiustamento. Insomma, non è detto che le alchimie di Gualtieri riescano a evitare la solita richiesta di una manovra-bis perché «i Paesi ad alto debito e che non lo riducono sono un fattore di preoccupazione», ha sottolineato l'Eurogruppo.

Intanto, il dl fiscale, dopo un ulteriore breve rinvio in commissione, è finalmente tornato in Aula alla Camera dove il governo ha subito posto la fiducia che sarà votata oggi alle 19.30. Tra le modifiche introdotte l'attribuzione della classe di merito Rc auto più favorevole può essere richiesta solamente al momento della scadenza naturale della polizza, e quindi in sede di rinnovo.

Saltano i bonus sull'airbag per le moto, ma anche la tassa sui container.

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